• 3484007614
  • ezio@franchinosrl.com

Archivio dei tag aikido

la quarta dimensione

 

La Quarta Dimensione – Il Kototama e il Sangen

 

L'UOMO, L'AIKIDO E LA PAGODA

Uno degli edifici-simbolo maggiormente conosciuti dell'Oriente
e in particolare del Giappone è la Pagoda 

La struttura a pagoda più classica è basata su una costruzione
a 5 livelli (piani), ogni livello, per tradizione, è associato alla natura

 

Nell'architettura tradizionale la struttura della Pagoda contiene la filosofia orientale della stabilità cosmica finora già trattata anche per la filosofia del Kototama:
Terra (Unità-Solidità-Stabilità-Conpatezza) la base solida ancorata al suolo ma non rigida  
Acqua (Centralità-Movimento-Flessibilità-Fluidità) il legame fluido con la parte superiore che rende l'edificio flessibile ai terremoti
Aria Cielo Fuoco (Diramazione-Vibrazione-Penetrazione-Avvolgimento) rappresentava la parte abitativa e di vita dove lo spirito di chi abita trova l'armonia

 

In questo grafico vediamo lo sviluppo dell'architettura a Pagoda, applicati alla costruzione filosofica del Kototama, in rapporto all'uomo
U diviene la base solida unita con il centro della terra
SU come già visto è il centro del cosmo
U-SU e il centro del cerchio nell'Hara Tandem da dove si centralizzano le energie della terra con quelle del cosmo (Ten Chi) e genera la fluidità
ed vengono rappresentati dal triangolo che, mediante la concentrazione sui tre vertici l'energia si espande in tutte le direzioni
è sul vertice e prende la funzione di penetrazione proiettandosi in alto verso il centro del cosmo SU

L'Uomo e la Pagoda
L'Uomo e il Sangen

Il Sangen di O Sensei

Aikido e il Sangen 

 

condividi:

Piegare l’Hakama

E' tradizione, oltre che buona abitudine se si vuol far durare l'Hakama più a lungo, ripiegarla con cura al termine della pratica.

Da noi, non tutti sono avvezzi a questa cosa e per coloro che hanno da poco indossato questo indumento o che si stanno preparando ad indossarlo, di seguito trovate un video che spiega come fare. Come tutte le cose questo è uno dei vari modi per farlo, quindi provate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

condividi:

tendo ryu lo stile di Shimizu video

 

 
VIDEO
 
 
 
 
 
SCUOLE
 

 

condividi:

Uke cercasi

Saper fare Ukemi (le cadute) è indubbiamente basilare se non ci si vuole fare male durante la pratica, ma quanti hanno ancora paura di cadere anche dopo un discreto periodo di pratica.

Bhe, speriamo di non finire a fare da Uke a personaggi del calibro di Isoyama Sensei…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

condividi:

Riflessioni su ieri sera

Come sempre Endo Sensei sorprende con la sua semplicità e praticità, ma quanto lavoro richiede per capire e sopratutto applicarlo…

 

condividi:

Il Neribo questo sconosciuto…

Molti si saranno domandati come potersi allenare da soli, magari a casa (suburi e tai sabaki a parte) 
senza aver bisogno del generoso supporto di un uke.

Evitiamo la tentazione di domandare alla moglie:
“Tesoro, prova a darmi un pugno che vedo se riesco a ribaltarti…”.
Anche perché potremmo venir sorpresi da un classico ceffone fuori standard con relativa figuraccia.
Inutile poi commentare con frasi del tipo: “..ma mi dovevi attacare così…!?!”
Scherzi a parte, questa possibilità nell’Aikido esiste, ne è la prova la voce Hitorigeiko (pratica da soli) 
presente nel programma di allenamento di Hiroshi Tada Sensei (vedi qui).

In cosa consiste?

Consiste nell’esercitarsi perlappunto con un Neribo.
Vediamo dunque di cosa si tratta:
Neribo: Neri = verbo Neru (ねる)  che significa grosso modo “impastare”; Bo = bastone ();
quindi bastone per impastare.

Infatti sembra una specie di mattarello lungo piu' o meno 51 cm (qualcuno dice meta' di un bokken)
con il diametro piu' o meno del tuo polso (4 o 5 cm), quindi un avambraccio artificiale.

Ma come si usa?

Non ho trovato immagini o filmati che possano essere esplicativi quindi metteteci un po’ di immaginazione.
Per l'allenamento usi questo strumento come se fosse il tuo uke, o meglio l'avambraccio del tuo uke 
facendo i kion dell'Aikido in serie (ikkyo, nikyo, sankyo ecc. omote e ura, destro e sinistro) 
o intensivamente (1000 ikkyo o nikyo omote e ura) ... 
trovatemi un uke che sia disposto a lasciarsi fare 1000 nikyo senza batter ciglio!!

Se lo volessimo, come possiamo procurarci questo strumento?

Non credo ci siano negozi che lo vendono, almeno io non ne ho trovati, ma per gli amanti del fai da te 
un mattarello da cucina può essere un ottima alternativa:
si trova facilmente, è economico, è lavorato al tornio quindi perfettamente rotondo.
Solitamente è di faggio, sicuramente non all'altezza della quesrcia bianca o rossa normalmente 
utilizzata in giappone per le armi da allenamento, ma regge bene il confronto.
Sarà sufficente tagliarlo della misura giusta ed aggiustare a piacere con un po' di carta vetrata la dove serve.
Per la finitura servirà solo tanto buon “olio di gomito” che gli conferirà quell’aspetto tipico dell’attrezzo vissuto.
Per i più esigenti, e con qualche nozione di falegnameria, è possibile cercare un legno un po’ più pregiato (vedi sopra)  
magari con un peso maggiore secondo i propri gusti e sensazioni.

Questa è la ricetta e buon hitorigeiko a tutti.
condividi:

la non mente

 

LA NON MENTE – Istinto, intuizione e razionalità

 
Un giorno un professore inglese, insegnante di di filosofia, si recò a far visita a un famoso Maestro Zen. Dubbioso sull'efficacia di questa filosofia orientale voleva interrogare il maestro per verificarne la validità. Il Maestro lo accolse con cortesia e lo fece accomodare di fronte a sé, dalla parte opposta di un tavolino dove aveva preparato del the, sapendo che gli inglesi ne facevano abbondante uso, come anche in Giappone. Il Maestro dunque chiese al professore se volesse del the. Il professore rimase perplesso nel constatare che la sua tazza era già piena, mentre quella del Maestro era vuota, e si chiese se il Maestro non fosse un po' stolto. Il Maestro si accorse della perplessità dell'ospite e si versò del the nella tazza, poi cominciò a versare dell'altro the nella tazza del professore facendolo traboccare. Il professore si alzò e disse "ma cosa sta facendo, non vede che la mia tazza è già piena?". "Vede, caro professore" rispose il Maestro "la sua mente è come questa tazza, piena di concetti, se lei non la vuota come faccio a farcene stare altri?"

Nelle arti marziali, e in molte attività tradizionali giapponesi, si fa spesso riferimento al "vuoto mentale" o "non mente", è un concetto che affascina molti artisti marziali.

Ma come è possibile "non pensare"? Come è possibile "creare il vuoto mentale"?
Sono le domande che spesso ci si pone.

Per lo Zen il cerchio rappresenta il vuoto e nello stesso tempo l'infinito

Molte delle più importanti invenzioni dell'uomo si sono risolte nei momenti di  rilassamento mentale quando la mente, esausta, si abbandona nel meritato riposo. Come quando lo scienziato, dopo giorni di sofferti e faticosi calcoli, non arrivando alla soluzione del problema, alla sera si sdraia per riposare e, nel dormiveglia, di colpo si alza seduto sul letto: "eureka", "ho trovato".

Cosa è successo?

La sua mente si è liberata da tutti i calcoli e ragionamenti, si è vuotata, ed è affiorato dal subconscio l'intuito. Naturalmente la soluzione che deriva è sempre legata a informazioni precedentemente acquisite e immagazzinate nella mente. Solamente se questi dati sono stati assimilati con precisione la soluzione affiorerà.

Creare il vuoto significa non soffermarsi su un pensiero ma, come viene, lasciarlo passare. 

 
IL VUOTO NELLA PRATICA MARZIALE
Mu, il vuoto

Fudochi Shinmyo Ryoku 
l'immobile saggezza
 
Se ci concentriamo sui movimenti del nostro avversario la nostra mente ne verrà catturata.
Se ci concentriamo sulla sua spada sarà essa a catturare la nostra mente.
E cosi se ci concentriamo sul punto dove vorremmo colpire, oppure sul modo di evitare la sua lama.
Non c'è nessun luogo dove porre la mente.
Takuan

Con il ragionamento la nostra mente è concentrata nella soluzione. Per risolvere il problema a volte ci ostiniamo a percorrere un certo ragionamento e perdiamo di vista le alternative. Una mente aperta e rilassata ha una capacità soluzionale certamente migliore rispetto ad una mente ottusa e ostinata. Ma tutto questo è valido solo se ci sono lunghi tempi a disposizione.
 
Quando si subisce un attacco non c'è tempo per il ragionamento. E' l'intuizione che è determinante, e l'intuizione va di pari passo con l'apertura e il rilassamento mentali.

Quando durante una lezione si prova una tecnica, il lavoro mentale, il ragionamento, sono importanti per individuare i concetti di esecuzione, abbiamo del tempo a disposizione per provare e riprovare ma, alla fine, per arrivare all'efficacia di un movimento di difesa dobbiamo sentire con il corpo.

Possiamo distinguere l'apprendimento attraverso due canali:
il corpo che impara dalla mente, la mente che impara dal corpo.
Nel primo caso è la mente che guida il corpo, nel secondo la mente segue il corpo.

La mente guida il corpo quando si deve eseguire un attacco (offesa), o ci si confronta in duello (una gara sportiva), ed è determinante la tattica acquisita negli allenamenti.
Il corpo guida la mente quando si subisce un attacco (difesa), solitamente improvviso, ed è qui che diviene importante il vuoto mentale, la tattica lascia il posto all'intuizione e all'istinto.

La risposta istintiva è in assoluto la più veloce, immediata, ma non sempre la reazione del nostro corpo è adeguata allo stimolo ricevuto, per questo una buona preparazione precedentemente acquisita con il ragionamento e l'allenamento sono complementari.
Ai "Unione"
 

Per creare il vuoto bisogna ricercare l'unione
Se la mente è piena di ragionamenti e pregiudizi non sentirà il corpo.
Se il corpo è rigido non trasmetterà informazioni alla mente.

Per sentire il corpo dell'avversario bisogna unirsi con il suo e non cercare la separazione. Ed è questa la grande prerogativa dell'Aikido.
 

 

condividi:

Jo Suburi eseguiti da Saito

 

JO SUBURI NIJUPPON – i 20 movimenti con il bastone

 
JO SUBURI NIJUPPON
Morihiro Saito Shihan dimostra i 20 suburi

Jo=bastone, suburi=movimenti/esercizi, nijuppon=venti fondamentali (è formato da juni=20 e Hon=fondamentale (la H diventa P quando segue una parola)

I suburi di Jo sono 20 e sono divisi in 5 gruppi:

TSUKI GOHON (i cinque colpi fondamentali)
1. CHAKU TSUKI (colpo diretto)
2. KAESHI TSUKI (colpo di risposta)
3. USHIRO TSUKI (colpo indietro)
4. TSUKI GEDAN GAESHI (colpo con risposta bassa)
5. TSUKI JODAN GAESHI UCHI (colpo con risposta alta in fendente)

UCHI KOMI GOHON (i cinque fendenti fondamentali)
6. SHOMEN UCHIKOMI (fendente dal centro testa)
7. RENZOKU UCHIKOMI (fendente in successione)
8. MEN UCHI GEDAN GAESHI (fendente alla testa con risposta bassa)
9. MEN UCHI USHIRO TSUKI (fendente alla testa con colpo indietro)
10. GYAKU YOKOMEN UCHI USHIRO TSUKI (fendente rovescio con colpo indietro)
 
 
KATATE SANBON (i tre colpi di mano)
11. KATATE GEDAN GAESHI (risposta dal basso con la mano)
12. KATATE TOMA UCHI (fendente lontano con una mano)
13. KATATE HACHI NO JI GAESHI (Risposta a otto incrociato con la mano)
 
 
HASSO GAESHI GOHON (le cinque risposte in posizione defilata)
14. HASSO GAESHI UCHI (risposta con fendente da posizione defilata)
15. HASSO GAESHI TSUKI (risposta con colpo da posizione defilata)
16. HASSO GAESHI USHIRO TSUKI (risposta con colpo indietro da posizione defilata)
17. HASSO GAESHI USHIRO UCHI (risposta con fendente indietro da posizione defilata)
18. HASSO GAESHI USHIRO BARAI (risposta con spazzata da posizione defilata)
 
 
NAGARE GAESHI NIHON (i due rovesti correnti)
19. HIDARI NAGARE GAESHI UCHI (rovescio corrente sinistro con fendente)
20. MIGI NAGARE GAESHI TSUKI (rovescio corrente destro con colpo diretto)

 

condividi:

REI, il saluto e i suoi significati

 

REI – Il saluto e le quattro Gratitudini

 
Rei (il saluto)
Il primo aspetto della filosofia dell'Aikido, la gratitudine e rispetto, si applica attraverso il "Reigi" (il giusto atteggiamento).

La pratica dell'Aikido inizia e termina con il saluto (Rei). Nel Dojo di Iwama, quando O Sensei era vivo e, dopo la sua morte, sotto la custodia di Saito Sensei, il saluto veniva praticato con il rituale Shintoista. O Sensei esaltava il principio delle quattro gratitudini, queste si possono riconoscere nel rituale del saluto che, anche oggi, nei Dojo di Takemusu Aikido si pratica. 
 

Il primo inchino è rivolto all'universo e all'intero creato, il mondo divino (prima gratitudine), Il secondo inchino è alla natura, mondo animale e vegetale, il mondo in cui viviamo (seconda gratitudine). La doppia battuta di mani e il terzo inchino è rivolto all'attenzione degli antenati, il mondo dell'aldilà (terza gratitudine). Il quarto inchinino, tra maestro e allievi, è rivolto ai propri simili, il mondo dell'umanità (quarta gratitudine)

 
Per capire quale rapporto filosofico-spirituale dobbiamo considerare con questo tipo di cerimoniale, che tradizionalmente non appartiene alla nostra cultura, ho steso un parallelismo tra la parte spirituale predicata da O Sensei e quella che può essere applicata nel nostro Dojo.
 
1 – Gratitudine verso l'universo
E' la gratitudine per il dono della vita. E di riflesso è la gratitudine rivolta  all'intero cosmo.
Nella pratica razionale è rapportato alla gratitudine verso l'ambiente dell'Aikido e del Budo nella sua espressione più costruttiva. 
 
 
2 – Gratitudine verso il nostro mondo e la natura
 
Gratitudine verso il nostro mondo e la natura. Verso il mondo animale vegetale e minerale.
Nella pratica razionale è rapportato alla gratitudine verso l'ambiente di pratica, che comprende persone (praticanti) e luogo (Dojo).
 
3 – Gratitudine verso gli antenati e predecessori
La gratitudine verso i nostri predecessori che, attraverso battaglie, guerre, lotte sociali hanno contribuito al miglioramento dell'umanità.
Nella pratica razionale viene manifestato con la gratitudine verso O Sensei, che ci ha donato l'Aikido.
 
 
4 – Gratitudine verso i nostri simili
Non possiamo vivere senza il sostegno degli altri.
Nella pratica razionale viene manifestato con la gratitudine verso i compagni di pratica. La gratitudine verso coloro che si uniscono nella pratica collettiva e che collaborano per il miglioramento collettivo.

Questi principi trascendono la tradizione dei popoli, con questo spirito possiamo entrare nella logica del rituale del saluto dell'Aikido.

 

condividi:

LA FILOSOFIA di O-Sensei

Ueshiba Morihei:
L'arte della Pace comincia da te

Le seguenti citazioni sono tratte da discorsi, poesie e scritti di Ueshiba Morihei.

L'arte della pace comincia da te. Lavora su te stesso e sul tuo compito assegnato nell'Arte della Pace. Ognuno di noi ha uno spirito che può essere purificato, un corpo che può essere allenato in qualche modo, un percorso adeguato da seguire. Sei qui per nessun altro scopo se non per quello di realizzare la tua divinità interiore e manifestare la tua innata illuminazione. Nutri pace nella tua vita e in seguito applica I'Arte a tutto quello che incontri.

Non c'è bisogno di edifici, soldi, potere o stato sociale per praticare l'Arte della Pace. Il cielo è proprio dove ti trovi, e quello è il posto per allenarsi.

Tutte le cose, materiali e spirituali, hanno origine da un'unica fonte e sono in relazione come se fossero una famiglia. Il passato, il presente e il futuro sono tutti contenuti nell'energia vitale. L'universo è apparso e si è sviluppato da un'unica fonte, e noi ci siamo evoluti attraverso il processo ottimale di unificazione e armonizzazione.

L’Arte della Pace è medicina per un mondo malato. Esistono il male e ii disordine nel mondo perché la gente ha dimenticato che tutto deriva da un'unica fonte. Ritorna a quella fonte e lasciati dietro tutti i pensieri egoistici, i desideri trascurabili e la rabbia. Coloro che non sono posseduti da niente possiedono tutto.

L’Arte della Pace funziona ovunque sulla terra, estendendosi nei regni dalla vastità dello spazio fino alle più piccole piante ed animali. L’energia vitale penetra ovunque e la sua forza è illimitata. L'Arte della Pace ci permette di percepire ed inserirci in quella straordinaria riserva di energia universale.

Otto forze sostengono la creazione: movimento e quiete, solidificazione e fluidità, estensione e contrazione, unione e divisione.

La vita è crescita. Se smettessimo di crescere, tecnicamente e spiritualmente, saremmo praticamente morti. L'Arte della Pace è una celebrazione del legame tra cielo, terra e umanità; è tutto ciò che è vero, buono e bello.

***

Ueshiba Morihei:
Confidare nelle tecniche segrete non porta a niente

I Doka sono dei poemi didattici scritti da O'Sensei seguendo una precisa sequenza di 5-7-5-7-7 sillabe allo scopo di insegnare l'essenza dell'arte e ispirare gli allievi.

L'essenza dell'aikido è di mettersi
in armonia col funzionamento
dell'Universo, divenire uno con
l'Universo. Quelli che hanno afferrato
il significato dell'aikido possiedono
l'Universo in se stessi.

Quando un nemico
si scaglia contro di te
per colpirti,
spostati di lato
e colpiscilo di taglio istantaneamente.

Il progresso
arriva per coloro
che praticano e praticano;
confidare nelle tecniche segrete
non porta a niente.

Anche quando vieni sfidato
da un singolo avversario,
rimani in guardia,
perché sei sempre circondato
da una folla di nemici.

Tenendo yang
nella mano destra
e girando con yin
nella sinistra,
puoi condurre il tuo avversario.

Se tu non ti fondi con la vacuità
del Puro Vuoto,
non conoscerai mai
Il Sentiero dell'Aiki.

Chiara come il cristallo,
affilata e luminosa,
la mia mente non offre aperture
perché il male possa attaccarsi.

Il penetrante splendore
della spada
maneggiata da un uomo della Via
colpisce il nemico
che sta in agguato
nella profondità del corpo
e della mente.

Lo spirito attivo e passivo
perfettamente armonizzati
formano la croce dell'aiki;
tendete sempre in avanti
versando vigore virile.

Colui che è
sempre pronto a qualunque cosa
possa accadere
non sfodererà
la spada in fretta

Tratti da "Ueshiba la biografia del fondatore dell’Aikido"
Di John Stevens

condividi: