Intervista con Ryuji Shirakawa
Cari amici aikidoka del Dojo Bushi no Kami di Orbassano e dello Shin Ryù AIKIDO Bruino,
oggi con grande piacere il Vostro OVO SAN , ha intervistato con la sua classica forma
5 domande ,5 risposte il SENSEI RYUJI SHIRAKAWA SHIHAN.
Dinamico Sensei ,talentuoso Aikidoka , che gentilmente si è concesso a questo momento di
AIKIDO TIME.
Carissimo Sensei ,grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande
Caro signor Osvaldo,
Ciao !
Ho risposto alle tue domande.
Grazie per la tua passione per l’Aikido.
Spero che la situazione in Italia migliorerà.
Aikido TIME
Grazie Sensei , per i riguardi e il pensiero per il Nostro paese , te ne siamo riconoscenti.
Ovo san
Domanda n ° 1:Sensei, Lei è giovane ma ha già riscosso un grande successo in tutto il mondo qual è il suo segreto?
RYUJI sensei:
Ci sono due cose che tengo sempre a mente.
Il primo è valutare la pratica quotidiana dell’Aikido, e il secondo è il pensiero flessibile.
Sono un istruttore di Aikido e insegno ogni giorno, ma allo stesso tempo prendo un Ukemi e pratico molto con i miei studenti.
Non si tratta solo di mostrare e spiegare tecniche.
Lancio e prendo la stessa quantità di Ukemi con gli studenti.
Ukemi è molto importante in Aikido.
Penso che l’assunzione di Aikido Ukemi faccia un corpo forte e morbido e sviluppi i sensi.
Tuttavia, se il tuo corpo è rigido, la tua sensazione non migliorerà anche se prendi un Ukemi.
È importante mantenere saldamente l’asse centrale, stabilizzare il corpo e prendere un Ukemi dolcemente.
Pratico anche di più dopo la lezione regolare.
Dopotutto, le persone che sono brave in qualsiasi Budo, arti marziali e sport, non limitato all’Aikido, praticano molto. Inoltre, è ancora meglio se puoi allenarti ad alto livello.
È anche importante un modo di pensare flessibile.
L’Aikido ha molti stili e molte tecniche e idee.
Penso che sia importante guardare Budo e le arti marziali da varie prospettive con una prospettiva ampia, e pensare e vedere l’Aikido.
Se il tuo pensiero ha una testa spessa o inflessibile, il tuo corpo e l’Aikido diventeranno rigidi.
Ovo san
Domanda 2 : So che Lei pratica diverse arti marziali , trova ci siano più affinità o più differenze o in fondo il BUDO è uno?
RYUJI SENSEI
Sì. Attualmente sto facendo yoga e Tai chi.
Ho anche praticato Judo e Kendo.
Penso che il forte contatto e la sensazione di Judo e Jiu Jitsu siano simili all’Aikido.
Ma non c’è gara in Aikido. Questa è una differenza enorme.
Di solito, il concetto di Ukemi è molto diverso dalle arti marziali in cui esiste una competizione.
Se prendi un Ukemi completamente in judo, perderai la partita.
L’Aikido attribuisce grande importanza a Ukemi, non c’è una forte resistenza dell’avversario.
L’Aikido sottolinea il flusso di energia.
Inoltre, l’Aikido usa Atemi (colpi al corpo) quando si esegue una tecnica.
Gli stessi sono vietati nei giochi di Judo e Jiu-Jitsu.
La gara ha delle regole.
Inoltre, l’Aikido pratica una varietà di situazioni (come Morote-dori, Ryōte-dori, Ushiro-dori, Suwari waza, ecc …).
Se hai una gara , eserciterai solo tecniche efficienti che puoi usare nel gara.
Il sistema di allenamento è diverso tra quelli con una gara e quelli senza gara, e anche i loro scopi sono molto diversi.
Nel Tai Chi, il flusso e il movimento morbido sono importanti.
Penso che il flusso di energia possa essere utilizzato in Aikido.
Ogni Budo e l’arte marziale hanno vantaggi e svantaggi, quindi è importante conoscerli bene.
E sapere per cosa esercitarsi.
Penso che ci sia un modo efficace per spostare il corpo che è comune a tutte le arti marziali e gli sport.
Serve per migliorare i sensi del corpo e per rendere forte l’asse centrale e per usare il tuo corpo dolcemente.
Ovo san
Domanda 3 : A parte gli insegnamenti ricevuti da suo Padre , qualia altri Maestri hanno influenzato il suo stile?
RYUJI SENSEI
È Moriteru Ueshiba Doshu sensei.
Il movimento di Doshu sensei è molto preciso, chiaro e bello.
L’Aikido di Moriteru Ueshiba Doshu sensei mi ha influenzato.
Ovo san
Domanda 4 :noi ci siamo incontrati a Caserta e più volte a Monaco, cosa le è piaciuto di più dell’ ITALIA?
RYUJI SENSEI
L’Aikido in Italia ha una lunga storia a causa dei successi di Tada Shihan.
È bello avere una storia perché è molto difficile capire l’Aikido.
Anche gli italiani si allenano molto duramente.
Penso che siano davvero fantastici.
Ovo san
Domanda 5 : Sensei , come sappiamo L’ Aikido è anche filosofia.
Se dovesse essere un viaggio, sarebbe intorno al mondo ,o verso i confini dell’universo o dentro lo spirito dell’ uomo?
RYUJI SENSEI
Questa è una domanda molto difficile.
Non conosco la risposta.
Come pensiero personale,
Penso che sia nello spirito umano.
Tuttavia, credo che lo spirito sia in realtà perfezionato interagendo con le persone in vari mondi, e alla fine quelle esperienze faranno crescere lo spirito umano.
Shirakawa Ryuji
Io ringrazio ancora il Sensei RYUJI SAN per l’amicizia che mi ha dimostrato e spero di trovarci ancora sul tatami a condividere Aikido.
Osvaldo ( OVO SAN).
L’Aikido è uguale per tutti (?)
Per chi ama riflettere e farsi domande sull’Aikido e sulla sua pratica, consiglio di leggere gli scritti di Gabriele Pintaudi sul suo sito che trovate qui
Gabriele Pintaudi è un insegnate/praticante di Aikido che opera in Sicilia e per via della sua linea di pensiero, viene spesso osteggiato ed attaccato da chi non ne condivide le vedute.
Personalmente, lo trovo invece molto stimolante ed interessante.
A voi l’ardua sentenza.
E come sempre, meditate gente, meditate (e praticate ancor di più).
le interviste di Ovo San, con il M° Nino Dellisanti
Ecco, dopo un tempo infinito ,ritornare le “INTERVISTE DI OVO SAN”…devo dire che avevo la necessita di migliorare e approfondire la mia esistenza Aikidoistika.
Oggi per Voi ho incontrato il Mestro NINO DELLISANTI 6° Dan Aikikai , partiamo con la presentazione..
“Mi chiamo Dellisanti Gaetano anche se il nome con il quale sono normalmente conosciuto è Nino.
Inizio la pratica dell’Aikido nel 1980 sotto la guida del M° Gerbi.
Sostengo l’esame da shodan (1985) e nidan (1987) in FILPJ, organizzazione che, in quel periodo, poteva contare della guida, nell’indirizzo tecnico, del M° Tomita già allievo del M° Saito.
Nel 1987, ad uno stage intensivo di Aikido a Parigi il M° Tissier questo incontro, per me folgorante, rappresenta il punto cardine nella definizione del mio personale percorso di ricerca e crescita tecnica.
Nel 1989 mi viene offerta l’occasione di guidare il corso di Aikido nella Palestra Kanku Dai di Torino, è il secondo punto di svolta del mio percorso di praticante a proposito del quale, per il sostegno concreto, un autentico sentimento di gratitudine mi lega al M° Visentini.
Nel frattempo la partecipazione degli italiani agli stages francesi del M° Tissier diviene significativa per numero. In occasione degli stages estivi approfondisco la conoscenza con Maurizio Valle. Poco dopo con Nando Silvano e Franco Cuzzupè.
Nell’aprile 1992 insieme a Patrizia Corgiat fondo l’associazione Shisei e apriamo il Dojo di via Legnano 16: un sogno , una scommessa…
Sempre nel corso del 1992 supero l’esame da Sandan.
Nel 1996 il M° Tissier, su invito della LAM Uisp, esprime un opinione tecnica in seguito ad una prova di esame sulla cui base la LAM UISP certifica l’avvenuto passaggio a Yondan.
Nel febbraio 2001 l’Ado UISP mi attribuisce il Godan. Il Maestro Tissier mi conferisce il V Dan Aikikai nel 2007.
Il VI dan Aikikai mi viene conferito nel 2013.
Attualmente, dopo aver rivesto il ruolo di coordinatore della formazione insegnanti per il settore Aikido della Area Discipline Orientali UISP fino al giugno 2004, ed essere stato membro della Commissione Tecnica Nazionale Aikido ADO UISP aderisco all’associazione nazionale “Progetto Aiki” per rispondere, in concreto, alle nuove esigenze di diffusione che questa disciplina impone.
Insegno a Torino, Racconigi, La Loggia, Carmagnola in vari corsi; nella pausa pranzo, pomeridiani e serali ad adulti e ragazzi delle scuole medie.
In ultimo, ma primi nei miei pensieri, ringrazio tutti coloro che, nel corso del tempo, hanno seguito e seguono i miei corsi, ricordandomi costantemente il senso profondo delle parole di Miyamoto Musashi – “il Maestro è l’ago, l’allievo il filo”.
Bene , partiamo con le domande:
OVOSAN- Tu credi che ci siano molte differente tra l’Aikido di oggi , e quello di quando iniziasti tu?
NINO- “ Sostanzialmente credo di si, nel senso che quando ho iniziato eravamo ancora (come dire) nel momento pioneristico della diffusione dell’Aikido in Italia.
C’era molto entusiasmo e voglia di sperimentare, e voglia di intraprendere questa disciplina e come nei momenti pioneristici la mancanza di regole. Intendo con questo che al di fuori dell’Aikikai d’Italia i concetti di corso base e simili non esistevano, c’era la pratica e il conseguente piacere… meno preoccupazione e meno visione del futuro.
Non esistevano obiettivi chiari, se non quelli dei grandi ideali, si doveva “costruire un territorio”, un po’ come i pionieri nelle vaste praterie , non importava molto il metodo si usavano pistole ,fucili e si andava a caccia di Indiani e via discorrendo ….( ah ah risata ).
Poi, con il tempo, arriva la legge! E siamo diventati come gli sceriffi delle prime città del west, nascevano le regole e ci si indirizzava verso tecniche sviluppate in forme precise (mentre prima la pratica era un po’ “quel che accade, accade), Vi era un bisogno e questo si trasformò in “ questo è il corso di base questo è , e questo non è …. insomma un quadro di riferimento chiaro e scolpito.
Oggi siamo in una fase diversa, più evoluta, che presenta molti pregi. Si ritorna ad una differenzazione molto ampia della pratica stessa, che và dall’interpretazione spirituale a quella puramente di difesa tecnica. Molta conoscenza si è diffusa, i gradi degli insegnanti sono diventati significativamente alti grazie allo studio dei singoli e, come è giusto che sia, il background di ognuno indirizza le nuove ricerche e i sono diventati molti i Sensei che si possono seguire.
Tutte queste Vie sono compatibili, nel senso che non esiste giusto o sbagliato … tutto sta all’interno di questo grosso contenitore che chiamiamo AIKIDO. Non accettarlo è antistorico
In fondo si tratta di uno studio che non finisce mai, e che ti dà la possibilità di esprimere le proprie idee e passioni. Tutti lo dicono, salvo che non sempre si guarda al diverso da se semplicemente come diverso e quindi non necessariamente meglio o peggio.
OVO SAN- Tra i tre IDEOGRAMMI della parola AI KI DO, quale trovi sia più presente nella Tua vita quotidiana?
NINO – Far agire nel concreto della vita quotidiana la disciplina Aikido è davvero molto difficile. Per quanto mi riguarda nel corso del tempo sono arrivato a sposare un’idea dell’Aikido come “ IL METODO PER AFFRONTARE I CONFLITTI “ nel senso che, se guardiamo ai PRINCIPI DELL’AIKIDO (che sono principalmente etici e non tecnici), se stiamo a quei principi, allora stare dentro ai conflitti e affrontarli per risolverli sia fondamentale. Questo per Me, è l’impegno. Quando lavoro con i ragazzi nelle scuole o in altre situazioni, cerco sempre di tenere presente, quello che accade tra le persone…
L’Aikido è una METAFORA, una MESSA IN SCENA DI UN CONFLITTO, l’Aikido t’insegna che il conflitto è risolvibile senza che ci sia la distruzione dei due contendenti. Questo è quello che mi interessa e che costituisce la mia concezione della Via e che risponde ai miei personali bisogni. Non credo ad altre strade, (ma le rispetto) per Me questo è essere fedeli ai principi di O’SENSEI.
OVO SAN – Tu sei anche un’insegnante e praticante di JODO, è una conseguenza dell’Aikido o un percorso diverso, quali sono le affinità e le diversità tra le due discipline?
NINO- Ho iniziato il JODO, per cercare, attraverso un’altra disciplina, lo studio dello sviluppo delle scuole d’Armi, (non perché non fossi soddisfatto dell’uso che se ne fà nell’Aikido) ma perché penso che, attraverso un’altra disciplina si possa affrontare uno studio FILOLOGICO del budo!
Non importa se l’uso del Jo in Aikido derivi (come si dice) dall’uso della baionetta o altro. A questo livello sono solo diatribe. Mi interessa il “lavoro delle armi in un’altra scuola” …. Lavoro che tengo ben separato dall’Aikido. Ecco, questo mi ha aiutato a capire che esistono relazioni, mi ripeto, sono i principi generali che guidano le diverse Discipline, soprattutto quelle Giapponesi. Sono gli stessi, e quindi ho trovato delle possibili Vie di spiegazione per altre cose. Senza mai far confusione.
E’ come quando studi il Latino …. ti aiuta a comprendere meglio l’Italiano, nel senso che se non conosco il vero significato di una parola, vado alle sue radici (greco-latine) e ho uno strumento in più per comprendere il significato delle origini.
OVO SAN – Se l’Aikido fosse un’arte circense sarebbe?
NINO- LA CLOWNERIA …. ( ah ah ah risata tra di Noi )…. Non lo so…forse l’Aikido stesso è un’arte circense.
Ad oggi, restando seri, penso che l’arte circense sia fatta di grandi sacrifici e studio quotidiano, dopodiché, anche in Aikido si rispecchia lo stesso fascino dell’arte circense, dato dalle cadute dalla velocità dall’eleganza, è questo in un certo punto di vista è SPETTACOLO!
Come succede nell’arte circense, la ricerca della spettacolarità ha il suo fascino.
Dopodiché nel nostro caso, bisogna andare un pochino OLTRE, io credo che quando si fanno le cose con PASSIONE e INTENSITA’, esse diventino metafore per situazioni più complesse …
Io, credo che esista una Via del cuoco, una Via del maniscalco, la Via del surfista, la Via di COMPRENDERE SE STESSI a partire da qualsiasi cosa, quindi Aikido e Arte Circense sono un tramite comune , attraverso il quale sviluppiamo il Nostro Io, la Nostra persona.
OVO SAN –Hai un sassolino negli Zori che vorresti toglierti ?
NINO – Ma no ! ( riflessione …) diciamo che non mi piace la LOGICA MONOTEISTICA che tutti professano in questa disciplina, cioè, IL MIO AIKIDO E’ QUELLO VERO…..ecc ecc.
E’ una logica che noi occidentali abbiamo, perché abbiamo un solo Dio, siamo Monoteisti e vogliamo che sia così per tutto!
Però la pratica dell’Aikido è frutto di una disciplina POLITEISTA, anzi, addirittura senza Dei e tutto sembra Divino e via discorrendo…
Quindi la divisione delle Varie Scuole sono cose che ci siamo inventati e che non ci aiutano. Anzi…
Se fossimo veramente interessati al messaggio di O’SENSEI, (quello che il principio che l’Aikido sia una disciplina di PACE )… allora dovrebbe essere evidente che stiamo lavorando tutti, nella stessa maniera e con lo stesso scopo …. non importa come lo fai … non ci sono barriere, è il Principio che conta!
Io rispetto il lavoro di tutti, e non amo le polemiche sterili (tipo quelle che leggiamo sui social tipo face book ecc ecc..) dove si assiste al fatto che tanto anche se credi di non essere polemico di fatto … lo sei.
Bisogna credere nella possibilità di colloquiare senza necessariamente confrontarsi sul tappeto, costruire e non disgregare. Non credo che l’UNIONE nell’Aikido stia nel mettere sul tappeto tante persone diverse A LITIGARE. Ognuno, piuttosto, faccia ciò che crede giusto. Oggi tutti hanno conquistato una rispettabilità attraverso la pratica e il lavoro nei dojo che hanno costruito praticanti e hanno formato altri tecnici. Tutti hanno un ruolo nella “GRANDE MISSIONE”, guai se dimentichiamo la Nostra storia.
Io arrivo da una storia dove non c’era il GRANDE MAESTRO di riferimento, c’erano persone SIGNIFICATIVE, e io, ho ancora memoria di queste persone e non rinnegherò mai queste persone.
Il mio primo insegnante, il Maestro GERBI per me una pietra miliare nel mio percorso. Poi vi sono altre persone che ho conosciuto: il Maestro Filippini , il Maestro Gramendola e altri….mi domando quanta gente conosca i loro nomi e cosa hanno fatto. Non cito tutti ma quanti sanno che il una buon 50% dell’aikido in Italia nasce dall’impulso di questi Maestri che ci hanno dato la possibilità di praticare eche per molti , oggi, sono degli sconosciuti?
Poi c’erano polemiche anche allora, ma non importa …. noi siamo qui, perché qualcuno ha fatto quel lavoro e noi non dobbiamo dimenticarlo… dovremmo raccontare la Nostra Storia e invece si guarda solo al presente, e se vivi solo del presente non hai futuro.
Quindi chiudiamo l’ultima domanda ritornando alla Prima e così abbiamo chiuso il cerchio.
Credo cari amici che ci sia molto da riflettere su quanto detto sopra dal Maestro Nino Dellisanti.
Io lo ringrazio, per l’intervista e sicuramente lo rivedrò spesso e volentieri sul tatami approfittando della sua bravura.
Grazie a tutti per l’attenzione il Vostro OVO SAN reporter dell’Aikido.
Come si sta seduti secondo l’etichetta?
Come sappiamo, nella cultura giapponese si da molta importanza al rispetto delle regole (e dovrebbe essere così anche da noi… n.d.r) e di conseguenza anche lo stare seduti durante i momenti di pausa o saluto nella pratica dell’Aikido ha le sue.
Ricordo Endo Sensei, in un suo stage a cui ho partecipato, durante una spiegazione tecnica riprese in maniera energica e severa un praticante che stava seduto con la schiena appoggiata alla parete e le gambe distese. Dopo averlo rimproverato ribadì che non è ammissibile mancare di rispetto in quella maniera e che anche questo fa parte della pratica dell’Aikido.
Ho trovato in rete un piccolo contributo che mostra le varie forme “ammesse” secondo la linea di studio di Ikeda Masatomi Sensei.
Buona consultazione e come sempre prendiamo spunto di riflessione.
Esoterismo e Aikido
Un altro interessante articolo scovato per voi.
Esoterismo e Aikido
Ottobre 2008 – di Francesco Arena
La consapevolezza è una delle pratiche piu’ difficili della nostra esistenza.
Essa deve soddisfare due grossi interrogativi: “chi siamo” e “perché siamo”.
Dare una risposta corretta è come trovare una giustificazione ed una finalità alla nostra vita.
La consapevolezza è quindi la totale coscienza di se stessi, di tutto quello che ci circonda, ed impone un corretto equilibrio tra noi ed il mondo esterno.
lo spirito dell’aikido
LO SPIRITO DELL’ AIKIDO
Di definizioni dell’Aikido e storie del suo fondatore ce ne sono a bizzeffe su internet. Ma spesso nelle parole e nelle descrizioni dotte si perde l’essenzialità primigernia che esso emana. L’Aikido presenta un fascino, un mistero tutto suo. Mai come nell’Aikido disciplina e filosofia avevano raggiunto un tale livello di compenetrazione. Va detto che le arti marziali in genere non sono semplici sistemi di combattimento. L’arte marziale è anche combattimento naturalmente. Ma è anche e soprattutto una disciplina di crescita interiore. Una via dell’equilibrio che deve ripercuotersi nel confronto con gli altri. Paradossalmente
progredire nelle arti marziali vuol dire, secondo molti maestri, considerare la violenza l’estrema ratio. Ed anche in quel caso solo per un fine più alto e mai col compiacimento della canaglia e del picchiatore, e sempre in proporzione al fine da raggiungere. Ma ancora prima della violenza c’è riportare la sincronia tra il corpo e la mente. La riscoperta dell’attenzione e di una fluidità dei gesti che purifica anche il processo mentale rendendolo meno fissativo. La canalizzazione dell’aggressività in qualche modo la trasforma in energia che non ingorga i processi del cuore. Ma nell’Aikido il livello esoterico e spirituale sembra giocara un ruolo ancora pioù potente che in altre arti marziali. O almeno raramente questi principi e simbolismi spirituali sono stati rivelati ed espressi così esplicitamente. L’Aikido con le parole del suo fondatore in un certo senso preme il piede sull’accellazione..
“L’Aikido è la Via dell’Armonia. Accomuna persone di tutte le razze e manifesta la forma originaria di tutte le cose. L’universo ha una sola fonte, e da essa sono fuoriuscite tutte le cose in uno schema cosmico. Alla fine della seconda guerra mondiale, si è reso evidente il bisogno di una purificazione profonda del mondo dalla sozzura e dalla degradazione, e per questo motivo è nato l’Aikido. Per eliminare la guerra, la falsità, l’avidità e l’odio, gli déi della pace e dell’armonia hanno mostrato il loro potere. Su questa terra, tutti noi facciamo parte della stessa famiglia, e dovremmo operare assieme affinché la discordia e la guerra scompaiano. Senza l’Amore, la nostra nazione, il mondo e l’universo saranno distrutti”..
L’Aikido vuole essere più radicale escludendo il “culto della morte” che è uno degli aspetti sotterranei di molta cultura marziale. Questo tema è complesso e più essere facilmente fraiteso. L’arte marziale è giustamente vista nella sua ricchezza e nel suo essere via di accrescimento umano, mentale , corporale. Ma nel DNA dell’arte marziale c’è sempre una qualche connessione con l’antica arte del combattimento, specie tra le arti marziali giapponesi e il Bushido, con la sua suggestiva visione del mondo. Lo specchio cromatico dell’antico mondo marziale era, nella sua ampiezza, anche uno specchio in stile karma-yoga, quasi azione-non-azione. Una sorta di lato oscuro se vogliamo semplificare all’estremo, che in alcuni momenti ha portato al culto del combattimento come opera d’arte, all’idea del sacrificio del guerriero impassibile. Il nichilismo sterile e abietto di un Mishida nasceva anche da uno delle radici dell’antico spirito marziale. Il brutale militarismo giapponesi, la sottomissione da schiavi all’Imperatore-Dio, la rigidità soffocante delle convenzioni, la radicalità del Kamikaze nasceva anche dal “culto della morte” che era una parte dell’antico spirito guerriero orientale. Del resto rivendicato con consapevole orgoglio da alcuni maestri e guerrieri del tempo antico. Qualche residuo del culto della morte non è mai del tutto scomparso dalle arti marziali, almeno come antica memoria inconscia, pur essendo stato il ruolo delle arti marziali, specie nella loro riscoperta degli ultimi secoli molto più “spinte” sul lato dell’accrescimento e dell’evoluzione spirituale. La mia impressione.. ed è un’opinione personale che si apre ai colpi di bazooka che vorranno lanciare i “puristi” delle arti marziali è che con Ushida e l’Aikido si attua la purificazione totale, il completo sradicamento di qualsiasi influeza e legame con il Culto della Morte. Ecco perché, ad esempio, la via dell’Aikido non è paragonabile alla via dei Samurai, che del Culto della morte è intrisa. Il Culto della morte diede vita all’estetica del sacrificio, all’estetica della morte eroica quasi come atto di teatro. Nel codice dei samurai, come in tanti altri testi di quelle epoche, si vagheggia un guerriero quasi inumano, liberato dalle passioni, indifferente nel vivere e nel morire. Soprattutto indifferente nel dare la morte. Anzi la minima esitazione a non dare la vita per il proprio signore feudale era indicata come debolezza intollerabile nel guerriero samurai. Ricordiamolo, i frutti marci del fanatismo guerriero del giappone moderno vennero da quel frutto sterile. La “gioiosa” morte di migliaia di giovani sull’altare di un culto idolatra venne anche da questo. I campi di concentramento giapponese dove vennero spediti i prigionieri dei paesi orientali conquistati vennero anche da questo. Con l’Aikido si giunge al completamento di un lungo percorso di purificazione. Già il Culto della Morte è sostanzialmente minoritario da lungo tempo nelle arti marziali. L’Aikido lo abbatte frontalmente. Nessuna conciliazione è più possibile con il tronco sterile, con l’arte del martirio, con l’estetica del dolore e del sacrificio, con il militarismo fanatico. L’Aikido si presenta come una forza al servizio della vita, una forza umanista. Come dice un maestro:
“Tutta la vita è una manifestazione dello spirito, la manifestazione dell’amore. E’ l’Aikido è la forma più pura di tale principio. Un guerriero ha il compito di fermare ogni contrasto e conflitto. L’amore universale opera sotto molte forme ; ogni manifestazione dovrebbe esser libera di esprimersi liberamente. L’Aikido è vera democrazia. Il vero Aikido consiste nel non sacrificare nemmeno uno dei vostri guerrieri per sconfiggere un nemico. Sconfiggete i vostri avversari mantenendovi sempre in una posizione sicura e inattaccabile ; solo allora non ci saranno perdite. La Via del Guerriero, l’Arte della Politica, consiste nel risolvere il problema prima che salti fuori. Implica la sconfitta spirituale degli avversari, facendo loro capire la follia delle loro azioni. La Via del guerriero genera armonia.”
la festa dei bambini
In novembre molti genitori portano i loro bambini ai templi scintoistici. Il 15 era il giorno di “Shici-go-san (settecinquetre)”; e i bambini portati ai templi hanno tre, cinque e sette anni; i genitori li portano per presentarli e ringraziare gli dei scintoistici della loro salute e del loro stato e per festeggiare insieme l’evento. L’origine di questa tradizione è riferita alla difficoltà di
i nostri nick name e perchè…
Ognuno di noi ha un soprannome , ora non so se negli altri Dojo sia così, ma per noi è un modo simpatico per legare ancora di più quello che l’aikido ha consolidato.
ecco la list e la motivazione:
Ezio Sensei- Sensette….perchè è più di un semplice sen-sei
Patrizio- Patman….perchè aveva la macchina nera non essendo Batman divenne Patman
Alex- Mitraglia…da cintura nera di karate i suoi chudan tsuki arrivano uno dietro l’altro
Cristina- Cris… già un diminutivo mai suoi kote gaeshi ti mettono in cris…i
Fabio- x-man… fa il radiologo ha l’X factor
Gianni- canetti o-toshi… i suoi attacchi di tosse convulsa sono leggenda ha la o-toss
Osvaldo- ovo san… inventato da Cristina per ridurre il nome fiscalmente il san si aggiunse
Domenico-the butcher…il macellaio adora il sankio…..farlo
Max- il vice maestro… dato che Ovo è il segretario qualcuno doveva essere il vice
Nicola- Titti…. quando lavò il keikogj con la cintura gialla, divenne come Titti il canarino
Silvio- Ilvio… per non nominare sempre Berlusconi
Davide 1- Dabidet… a volte ti viene voglia di affogarlo li dentro, con le sue lezioni di vita
Davide 2- il Sic… somiglia al grande Simoncelli
Fabietto- allud’or… ha un problema con gli le unghie degli alluci, doloroso ahimè
Ivan- il rosso… per il colore del manto pelifero che lo riveste
Salvatore- centurione… non’è un gladiatore, è che le cose gliele spieghi 100 volte
Gabriele- jamal…in realtà Giamal ex kickboxing ti fà GIA-Male appena ti tocca
Carmelo-CLS… che significa Calcestruzzo percè ha due pale al posto delle mani