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Archivio degli autori

10 Kumi Jo

I Kumi-Jo sono tecniche bastone contro bastone, di solito praticate a livello avanzato. 

Ne esistono codificati ufficialmente 10

 

Senza proiezione 
Ichi no Kumi Jo – Primo combattimento
Ni no Kumi Jo – Secondo combattimento
San no Kumi Jo – Terzo combattimento
Yon no Kumi Jo – Quarto combattimento
Go no Kumi Jo – Quinto combattimento
 
Con proiezione
Roku no Kumi Jo – Sesto combattimento
Shichi no Kumi Jo – Settimo combattimento
Hachi no Kumi Jo – Ottavo combattimento
Ku no Kumi Jo – Nono combattimento
Jiu no Kumi Jo – Decimo combattimento

 

 

 

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Stili di Aikido e diffusione in italia

Da dove nasce la diversità dell'aikido praticato nei diversi dojo?

Su Wikipedia ho trovato un paio di articoli che spiegano brevemente questo argomento.

Diffusione dell'aikido nel mondo 

Diffusione dell'aikido in Italia

 

 

 

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I 20 Suburi di Jo

I 20 suburi (movimenti di base) con il Jo (bastone) eseguiti dal maestro Saito.

Parte del Buki Waza, ovvero l'insieme delle tecniche con le armi.

Ecco i nomi e la suddivisione in gruppi

TSUKI GOHON (i cinque colpi fondamentali)

 

 
1. CHOKU TSUKI (colpo diretto)
2. KAESHI TSUKI (colpo di risposta)
3. USHIRO TSUKI (colpo indietro)
4. TSUKI GEDAN GAESHI (colpo con risposta bassa)
5. TSUKI JODAN GAESHI UCHI (colpo con risposta alta in fendente)
 
 
UCHI KOMI GOHON (i cinque fendenti fondamentali)
6. SHOMEN UCHIKOMI (fendente al centro della testa)
7. RENZOKU UCHIKOMI (fendente in successione)
8. MEN UCHI GEDAN GAESHI (fendente alla testa con risposta bassa)
9. MEN UCHI USHIRO TSUKI (fendente alla testa con colpo indietro)
10. GYAKU YOKOMEN UCHI USHIRO TSUKI (fendente rovescio con colpo indietro)
 
 
KATATE SANBON (i tre colpi con una sola mano)
11. KATATE GEDAN GAESHI (risposta dal basso con una mano)
12. KATATE TOMA UCHI (fendente lontano con una mano)
13. KATATE HACHI NO JI GAESHI (Risposta a otto incrociato con una mano)
 
 
HASSO GAESHI GOHON (le cinque risposte in posizione hasso (guardia con jo in alto di fianco alla testa))
14. HASSO GAESHI UCHI (risposta con fendente da posizione hasso)
15. HASSO GAESHI TSUKI (risposta con colpo da posizione hasso)
16. HASSO GAESHI USHIRO TSUKI (risposta con colpo indietro da posizione hasso)
17. HASSO GAESHI USHIRO UCHI (risposta con fendente indietro da posizione hasso)
18. HASSO GAESHI USHIRO BARAI (risposta con spazzata da posizione hasso)
 
 
NAGARE GAESHI NIHON (i due movimenti fluenti)
19. HIDARI NAGARE GAESHI UCHI (movimento sinistro con fendente)
20. MIGI NAGARE GAESHI TSUKI (movimento destro con colpo diretto) 
 
 
 
 
 
 

 

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Un angolo di Giappone in Italia

Curiosando su internet ho trovato questo posto: il WabiSabiCulture.  

Un (bio)agriturismo molto particolare in stile Ryokan Giapponese nel cuore delle Marche.

I prezzi non sono proprio economici e bisogna vedere quanto sia un operazione commerciale, ma sembra interessante.

Riporto un estratto

[WabiSabiCulture]

WabiSabiCulture è una esperienza sensoriale per la ricerca della pace e del benessere psico-fisico, attraverso l'antica filosofia Giapponese Wabi Sabi che esprime un ideale estetico poetico e semplice, legato alla via del tè verde [sado] e alla cerimonia del tè [chanoyu] e alla meditazione Zen buddhista [dhyana], calmo dimorare. Si ricerca ed esalta la bellezza estemporanea della natura mutevole e fragile [wabi] la bellezza dell'imperfezione dell'irregolarità che diventano caratteristiche di unicità e quindi come tali irripetibili e preziose. L'osservazione della meraviglia nel quotidiano in cui il vivere diventa cammino artistico e spirituale. La bellezza nel tempo che passa [sabi] dove tutto si trasforma ed arricchisce e ci permette di riconoscere ed apprezzare la bellezza dell'impermanenza, il divenire. Sei anni di ricerche e lavoro per un progetto unico in Italia e di rilevanza europea, dedicato allo studio dell'architettura rurale giapponese secondo l'ideale estetico del wabi sabi con larghe e importanti travature, intonaci a calce e paglia e stanze tatami, ma anche al chado [la via del tè], ai tessuti boro indigo dye, alle ceramiche hagi legate alla cerimonia del tè e alla accurata selezione di tè verdi pregiati e certificati organici della valle di Uji, Kyoto.
WabiSabiCulture rappresenta la ricerca che trasversalmente scopre, studia e sperimenta antiche filosofie orientali legate a paesi e culture diverse che si integrano in una armonioso cammino di Pace attraverso lo Zen e le Arti Meditative.

 

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Festa delle arti marziali tradizionali giapponesi a Torino

Il nostro amico Sebastiano ci segnala un'iniziativa sulle arti marziali qui in Torino in Ottobre.

Per chi fosse interessato, ecco la locandina

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Un giro tra le vie in festa… e poi Samba!

Ma come si divertono i giapponesi? 

Durante l'anno hanno diversi Matsuri, grosse feste in occasione di diverse ricorrenze.

Un piccolo giro in una di queste, il Tanabata a Fussa, piccola città di 60.000 abitanti nei pressi di Tokyo 🙂

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Pubblicità marziali :)

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Oyo Henka

Il maestro Saotome sull'Oyo Henka, l'utilizzo costruttivo della resistenza alla tecnica.

Dura un'oretta.

 

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Aikido giusto o sbagliato? Quanti stili di Aikido ci sono?

Spesso ci si chiede come mai l'aikido che si vede fare da una persona può essere completamente diverso da quello di un'altra persona. Uno è giusto e uno è sbagliato?

Provo a esprimere una mia opinione.

Di certo, l'esperienza e la propria struttura fisica incidono moltissimo e sebbene la base deve essere uguale per tutti, a partire da certi livelli di padronanza (che secondo me possono arrivare prima o anche molto dopo aver conseguito il primo livello di cintura nera) si inizia volenti o nolenti a "interpretare" l'aikido alla luce di quanto si è capito e di cosa si può esprimere.

Storicamente, gli allievi di O-sensei arrivavano dalle più disparate arti marziali e ognuno assimilava una parte dell'aikido del fondatore.

Morihei Ueshiba stesso creò l'aikido a partire dal Daito-Ryu Akijujutsu, scuola guerriera da cui è partito per poi formare l'insieme di tecniche che compongono l'aikido.

Alcuni di questi allievi facevano parte di una cerchia interna privilegiata (gli uchi-deshi) che vivevano a stretto contatto con il fondatore e potevano studiare in maniera più approfondita tutti gli aspetti di quest'arte marziale.

Si dice che O-sensei difficilmente spiegava le tecniche; le dimostrava e basta. Tutte le spiegazioni erano su base filosofica, più che su come andasse eseguita la tecnica.

Un praticante che ha già una base di un altra arte marziale, inevitabilmente tende a fondere gli aspetti di queste discipline e quindi praticanti molto diversi iniziano a manifestare un aikido piuttosto diverso. 

Queste persone trasmettono una base comune e un' interpretazione diversa della stessa disciplina.

Se questo nasce già dai grandi maestri, figuriamoci poi le strade che possono prendere i successivi allievi.

L'aikikai rappresenta lo stile ufficiale, la base se vogliamo.

L'Iwama Ryu (o Takemusu Aikido) viene ritenuto quello più autentico e vicino a quello del fondatore.

Poi tra i più noti ci sono lo Yoshinkan e il Ki-aikido, giusto per citarne alcuni,

Quindi trovo piuttosto naturale vedere impostazioni ed esecuzioni differenti quando ci si confronta con gli altri praticanti, ma definire quale sia l'aikido giusto o l'aikido sbagliato (tranne che per le evidenti eccezioni del caso, dove chiaramente quel che si pratica non è più aikido e manca la base vera e propria) diventa piuttosto un "fai parte del mio circolo" o "non fai parte del mio circolo".

Fai la tecnica nel modo Aikikai o nello stile IWAMA? Stile duro o morbido? realistico o farlocco? Fai parte della federazione grande o di quella piccola?

Trovo che separare, quando alla base ci dovrebbe essere l'unione, non sia una gran cosa, e spesso ci si scorda che si è partiti tutti dalla stessa radice.

Fortunatamente non ragionano tutti allo stesso modo e spesso si incontrano o si vedono maestri e praticanti che vanno oltre queste divisioni e finalmente si può praticare la via dell'armonia 🙂

E per l'aikido in italia?

Qui si trova un approfondimento al riguardo, che dimostra anche quanto sia stata articolata e interessante la sua evoluzione nel nostro paese,

 

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Stage da Yoshimitsu Yamada Maggio 2011

Già che ci sono un piccolo recupero…

Uno stage che ha messo a dura prova le mie gambe e la schiena, ma estremamente soddisfacente, pieno di stimoli tecnici molto interessanti e anche di idee organizzative che dovrebbero essere copiate anche in altri stage che attirano grandi numeri di partecipanti (nello specifico, mettere a disposizione frutta fresca nelle pause stage e acqua a profusione, tutto compreso nell'obolo di iscrizione)

Notare la mia faccia da pirla sconvolto e quella estatica, quasi in beatitudine di Canetti-san 🙂

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