10 Kumi Jo
I Kumi-Jo sono tecniche bastone contro bastone, di solito praticate a livello avanzato.
Ne esistono codificati ufficialmente 10
Stili di Aikido e diffusione in italia
Da dove nasce la diversità dell'aikido praticato nei diversi dojo?
Su Wikipedia ho trovato un paio di articoli che spiegano brevemente questo argomento.
Diffusione dell'aikido nel mondo
Diffusione dell'aikido in Italia
I 20 Suburi di Jo
I 20 suburi (movimenti di base) con il Jo (bastone) eseguiti dal maestro Saito.
Parte del Buki Waza, ovvero l'insieme delle tecniche con le armi.
Ecco i nomi e la suddivisione in gruppi
TSUKI GOHON (i cinque colpi fondamentali)
Un angolo di Giappone in Italia
Curiosando su internet ho trovato questo posto: il WabiSabiCulture.
Un (bio)agriturismo molto particolare in stile Ryokan Giapponese nel cuore delle Marche.
I prezzi non sono proprio economici e bisogna vedere quanto sia un operazione commerciale, ma sembra interessante.
Riporto un estratto
[WabiSabiCulture]
WabiSabiCulture è una esperienza sensoriale per la ricerca della pace e del benessere psico-fisico, attraverso l'antica filosofia Giapponese Wabi Sabi che esprime un ideale estetico poetico e semplice, legato alla via del tè verde [sado] e alla cerimonia del tè [chanoyu] e alla meditazione Zen buddhista [dhyana], calmo dimorare. Si ricerca ed esalta la bellezza estemporanea della natura mutevole e fragile [wabi] la bellezza dell'imperfezione dell'irregolarità che diventano caratteristiche di unicità e quindi come tali irripetibili e preziose. L'osservazione della meraviglia nel quotidiano in cui il vivere diventa cammino artistico e spirituale. La bellezza nel tempo che passa [sabi] dove tutto si trasforma ed arricchisce e ci permette di riconoscere ed apprezzare la bellezza dell'impermanenza, il divenire. Sei anni di ricerche e lavoro per un progetto unico in Italia e di rilevanza europea, dedicato allo studio dell'architettura rurale giapponese secondo l'ideale estetico del wabi sabi con larghe e importanti travature, intonaci a calce e paglia e stanze tatami, ma anche al chado [la via del tè], ai tessuti boro indigo dye, alle ceramiche hagi legate alla cerimonia del tè e alla accurata selezione di tè verdi pregiati e certificati organici della valle di Uji, Kyoto.
WabiSabiCulture rappresenta la ricerca che trasversalmente scopre, studia e sperimenta antiche filosofie orientali legate a paesi e culture diverse che si integrano in una armonioso cammino di Pace attraverso lo Zen e le Arti Meditative.
Festa delle arti marziali tradizionali giapponesi a Torino
Il nostro amico Sebastiano ci segnala un'iniziativa sulle arti marziali qui in Torino in Ottobre.
Per chi fosse interessato, ecco la locandina
Un giro tra le vie in festa… e poi Samba!
Ma come si divertono i giapponesi?
Durante l'anno hanno diversi Matsuri, grosse feste in occasione di diverse ricorrenze.
Un piccolo giro in una di queste, il Tanabata a Fussa, piccola città di 60.000 abitanti nei pressi di Tokyo 🙂
Aikido giusto o sbagliato? Quanti stili di Aikido ci sono?
Spesso ci si chiede come mai l'aikido che si vede fare da una persona può essere completamente diverso da quello di un'altra persona. Uno è giusto e uno è sbagliato?
Provo a esprimere una mia opinione.
Di certo, l'esperienza e la propria struttura fisica incidono moltissimo e sebbene la base deve essere uguale per tutti, a partire da certi livelli di padronanza (che secondo me possono arrivare prima o anche molto dopo aver conseguito il primo livello di cintura nera) si inizia volenti o nolenti a "interpretare" l'aikido alla luce di quanto si è capito e di cosa si può esprimere.
Storicamente, gli allievi di O-sensei arrivavano dalle più disparate arti marziali e ognuno assimilava una parte dell'aikido del fondatore.
Morihei Ueshiba stesso creò l'aikido a partire dal Daito-Ryu Akijujutsu, scuola guerriera da cui è partito per poi formare l'insieme di tecniche che compongono l'aikido.
Alcuni di questi allievi facevano parte di una cerchia interna privilegiata (gli uchi-deshi) che vivevano a stretto contatto con il fondatore e potevano studiare in maniera più approfondita tutti gli aspetti di quest'arte marziale.
Si dice che O-sensei difficilmente spiegava le tecniche; le dimostrava e basta. Tutte le spiegazioni erano su base filosofica, più che su come andasse eseguita la tecnica.
Un praticante che ha già una base di un altra arte marziale, inevitabilmente tende a fondere gli aspetti di queste discipline e quindi praticanti molto diversi iniziano a manifestare un aikido piuttosto diverso.
Queste persone trasmettono una base comune e un' interpretazione diversa della stessa disciplina.
Se questo nasce già dai grandi maestri, figuriamoci poi le strade che possono prendere i successivi allievi.
L'aikikai rappresenta lo stile ufficiale, la base se vogliamo.
L'Iwama Ryu (o Takemusu Aikido) viene ritenuto quello più autentico e vicino a quello del fondatore.
Poi tra i più noti ci sono lo Yoshinkan e il Ki-aikido, giusto per citarne alcuni,
Quindi trovo piuttosto naturale vedere impostazioni ed esecuzioni differenti quando ci si confronta con gli altri praticanti, ma definire quale sia l'aikido giusto o l'aikido sbagliato (tranne che per le evidenti eccezioni del caso, dove chiaramente quel che si pratica non è più aikido e manca la base vera e propria) diventa piuttosto un "fai parte del mio circolo" o "non fai parte del mio circolo".
Fai la tecnica nel modo Aikikai o nello stile IWAMA? Stile duro o morbido? realistico o farlocco? Fai parte della federazione grande o di quella piccola?
Trovo che separare, quando alla base ci dovrebbe essere l'unione, non sia una gran cosa, e spesso ci si scorda che si è partiti tutti dalla stessa radice.
Fortunatamente non ragionano tutti allo stesso modo e spesso si incontrano o si vedono maestri e praticanti che vanno oltre queste divisioni e finalmente si può praticare la via dell'armonia 🙂
E per l'aikido in italia?
Qui si trova un approfondimento al riguardo, che dimostra anche quanto sia stata articolata e interessante la sua evoluzione nel nostro paese,
Stage da Yoshimitsu Yamada Maggio 2011
Già che ci sono un piccolo recupero…
Uno stage che ha messo a dura prova le mie gambe e la schiena, ma estremamente soddisfacente, pieno di stimoli tecnici molto interessanti e anche di idee organizzative che dovrebbero essere copiate anche in altri stage che attirano grandi numeri di partecipanti (nello specifico, mettere a disposizione frutta fresca nelle pause stage e acqua a profusione, tutto compreso nell'obolo di iscrizione)
Notare la mia faccia da pirla sconvolto e quella estatica, quasi in beatitudine di Canetti-san 🙂