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Archivio annuale 11/04/2014

Christian Andreotti

Come da copione volevo ringraziare Christian

che ci ha ospitati ad un suo seminario,

un gentleman con l’Hakama , e anche tutti i partecipanti, che ci hanno fatto

sentire a casa.

E’ gli amici , fratelli Pat, Gigi e Prezzemolo Duva

Ovo san

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Pubblicità Giapponesi

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Ken Suburi e Kumitachi (Saito Sensei)

 

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le vignette di Ovo san

ero un pò che non humoreggiavo….

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le interviste di Ovo San, con il M° Carlo Cocorullo

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Ci siamo , il Vostro Ovo San è di nuovo in tour, per raccogliere le sensazioni di Aikidoki con la “ A “ maiuscola.  Sono tornato ( virtualmente ) a Roma, per incontrare il Maestro Carlo Cocorullo….

Prima di iniziare una premessa, quando chiesi al M° Carlo di essere intervistato , lui mi rispose …” ma sono solo un 3° Dan , non un maestro..” oh si , l’umiltà credo sia una Dote….o sbaglio ?

Laureato in Ingegneria Informatica, Università degli Studi Roma Tre, lavora come Consulente Informatico, il suo percorso nell’aikido vede come riferimento il lineage didattico della scuola cosiddetta Iwama Ryu, Takemusu Aikido del M° Saito Sensei. Attualmente è Istruttore III DAN ASI, Coordinatore Nazionale Divisione Aikido ASI e collaboratore della presidenza del Settore ARTI MARZIALI ASI.

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Buongiorno Maestro Calro, ci racconti i suoi inizi..

 

 

M °Carlo….

Ho incrociato l’Aikido più volte nella mia vita e ogni volta ho seguito l’istinto. 

Ho iniziato nel 1994, ma la mia pazienza è durata poco neanche tre mesi. Mi ricordo il dojo e l’ambiente molto molto serio. Tutti preparati e cordiali ma, nella mia ignoranza, mi sembrava tutto così distante dal mio mondo e dal mio modo di essere, rimase comunque un ottimo ricordo fino a quando, qualche anno dopo, mi ritrovai per sfida, a praticare di nuovo con un altro insegnante, che a Roma proponeva un “suo” aikido diverso dagli altri. Un autodidatta, che mescolava conoscenze di judo e ginnastica all’Aikido. 

Mi resi conto della distanza dall’arte marziale tradizionale dopo aver preso la cintura nera, sentivo che mi mancava qualcosa, iniziai a girare per diversi dojo di Roma, provando vari insegnanti e prendendo contatti con diverse scuole e anche iniziando battaglie selvagge su internet per capirci qualcosa. Cercando di trovare quale fosse il fulcro della ricerca. Oggi ho capito che la ricerca è il fulcro. Mai sentirsi arrivati, seguire il proprio istinto e non abbandonarsi come oggetti nelle mani di un Maestro.

Unica eccezione per il compianto Maestro De Compadri che ha avuto fiducia in me e nelle mia capacità incoraggiandomi ad insegnare. Attualmente sono Presidente della Takemusu Aikido Roma e seguo la TAA Takemusu Aikido Association e sono coordinatore nazionale dell’Aikido ASI con il quale ho avuto la possibilità di realizzare i miei obiettivi nell’ambito dell’Aikido italiano ovvero un gruppo di Aikido con cinture nere su un albo nazionale online che aderiscono ad un codice deontologico sottoscritto, una sorta di giuramento.

L’Aikido ASI ha ben tre didattiche di stile diverso ugualmente riconosciuti, promuove e organizza stage interstile, ha inoltre qualifiche riconosciute per il raggiungimento delle quali sono necessari corsi non tecnici obbligatori quali Psicologia dello Sport, Aikido e Disabilità, Marketing, Gestione di Associazioni, BLSD ecc

Sto portando avanti il progetto della prima Aikido Web Radio o Radio Web Aikido che sta avendo una ottima risonanza mediatica, ma non nego di aver fallito altre iniziative prima di questa, una su tutte aikipedia.it, l’albo online delle cinture nere italiane che per questioni che ti lascio immaginare non ha avuto il riscontro desiderato.

Sono papà da un anno e professionalmente sono un ingegnere informatico specializzato nella gestione integrata dei sistemi.

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ed’eccoci alle 5 domande….

Ovo san 1– Hai praticato diverse arti marziali o discipline,qual’è la giusta definizione che si deve dare, Arte o Disciplina, qual’è la sostanziale differenza?

M °Carlo

Il concetto di Arte è un percorso che parte dalla concezione di estetica alla funzione di destare meraviglia o riflessioni o anche emozioni. Per quanto riguarda la disciplina mi piace molto il termine perché contiene la radice di discepolo che è da sempre il recettore del sapere. Il Maestro, nel senso di colui che possiede la maestria nell’Arte trasmette le sue nozioni, il suo sapere attraverso la Disciplina. Ecco, metterei così in relazione le due cose.

 Ovo san 2–I Samurai ormai non esistono più, ma .i loro Valori Morali e di comportamento sono ancora oggi validi,qual’è il Valore che ritieni più fondamentale?

M° Carlo

Spesso vengono citate le sette pieghe dell’Hakama come le sette virtù dei Samurai, semplicemente per una questione di numeri, sette pieghe come le sette virtù. Meno noto è il fatto che la piega è di due parti che devono combaciare tra di loro in maniera armoniosa, quindi simbolicamente rappresentano dei rapporti armoniosi, le sette virtù possono quindi essere visti come dei rapporti da mantenere saldi attraverso queste virtù.

Il rapporto figlio-padre: umanità, carità, benevolenza (Jin)

guerriero-signore: onore, gloria, reputazione, prestigio, dignità (Meiyo)

compagno-compagno coraggio, valore, ardimento (Yuki)

avversario-avversario: rispetto, cortesia, gratitudine, gentilezza, etichetta. (Rei):

allievo-maestro: lealtà, fedeltà, devozione (Chugi)

vassallo-imperatore: giustizia, integrità morale, senso dell’onore (Gi)

moglie-marito sincerità, onestà, verità (Makoto)

Poi c’erano mammolo, eolo, pisolo.. no quelli erano i sette nani..

Anche se devo dire che Dotto mi stava particolarmente simpatico..

Se solo riuscissimo a curare i nostri rapporti al giorno d’oggi attraverso questi valori, solo così, penso, potremmo dare loro una valenza attuale e secondo me anche molto efficace.

 

Ovo san  3–Radio Aikido Web, grande idea…quanto è importante comunicare aikido ?

M° Carlo

Non so se sia una grande idea, ma è una cosa che volevo fare da un po’, abbiamo la necessità di riscoprire i rapporti e i tempi dei rapporti nell’aikido. Anche differenziando l’offerta della disciplina. Nel senso che non dobbiamo per forza “modernizzare” l’aikido, nel senso che non tutto il cibo può essere tritato e messo in mezzo ad un hamburger e non esistono solo i fast food. Oggi bisogna riscoprire l’aikido come lo slow food, l’aikido di qualità, l’aikido che restituisce dignità al tempo trascorso in un dojo che non è tempo perso, anche solo per pulire, per fare una cena insieme e per vivere l’aikido insieme. Ribadire che non è possibile sostituire il Maestro con un video su youtube ma che si può usare un video su youtube per farsi conoscere, Un aikido che non si fa sui forum o sulle chat online ma in cui è possibile organizzare eventi o imparare nuove cose o semplicemente conoscere altri appassionati. Interfacciarsi con le nuove tecnologie deve essere “congruo” alla disciplina. E’ chiaro che poi uno può “scaricarsi” la trasmissione Radio e sentirsela in differita, ma a differenza di un video non può saltare immediatamente alla scena delle tette o alla “mossa” contro la pistola. Sarebbe importante ascoltare la Radio solo in diretta e intervenire in diretta perché a differenza della comunicazione asincrona, ovvero me la ascolto quando “ciò tempo”, ti rispondo nel forum dopo “che ora ciò da fà”, bisognerebbe riscoprire una comunicazione sincrona esattamente come quando si pratica. Insomma bisognerebbe educare gli aikidoka alla nuova alfabetizzazione informatica perché Internet non è malvagio, ma è l’uso sbagliato a nuocere.

Ovo san  4–Se l’Aikido fosse un’oggetto della tua quotidianità ,cosa sarebbe?

M° Carlo

Purtroppo è il mio smartphone, ovviamente, lo uso per l’aikido (mail, facebook, foto di eventi, condivisione, filmati, contatti) ma come ho detto prima cerco di fare in modo che sia un orologio di quelli antichi e anche un po’ magici che quando lo faccio partire ferma il tempo.

Ovo san  5–Quanto è importante ,per te,l’approccio mentale oltre alla fisicità per praticare,insomma ,per costruire la Nostra piramide evolutiva usando sia la calce che la pietra?

M° Carlo

Preferisco squadra e compasso, usando tutti i mezzi a disposizione. Cercando di godermi la pratica da praticante sudore e fatica e dall’altra parte cercando di essere un insegnante umile, consapevole di avere tante lacune da colmare, di aver scelto un percorso difficile e spesso criticato perché ho dovuto “usare le anche” per farmi largo in un sistema molto complesso gerarchizzato e con poco spazio per le nuove idee. Porto avanti le mie idee e cerco di realizzarle e grazie a chi mi sostiene le sto piano piano realizzando.

Ovo san-  lascio sempre uno spazio per la riflessione finale , ma, questa volta sarò meno buono, Mi dici M° Carlo cosa ti infastidisce vedere sopra un tatami?

 M° Carlo

 Cosa mi infastidisce di più vedere sul tatami,come atteggiamento…? Le stesse cose che vedo fuori dal tatami, gente che critica senza aver cognizione di causa, gente che parla senza conoscere le cose: il solo fatto di essere convinto detentore di verità mi irrita, ma poi penso che anche io 5 6 anni fa ero così.. E quindi con molta benevolenza torno a praticare quello che ha appena mostrato il Maestro sul tatami, non quello che penso di saper fare. L’ultima volta che ho mandato a cagare un IV o V Dan sul tatami era perché mentre l’insegnante aveva mostrato una tecnica questo insisteva a dire che “a modo suo” era meglio.. Sinceramente.. l’ho salutato, inchino e ciao, avanti il prossimo.

 

E’ lo stessso vale per me, nel congedarmi dal M° Carlo Cocorullo e ringraziandolo infinitamente per la sua disponibilità ….vi rimando alla prossima, con affetto il vostro Ovo san

 

 

 

 

 

 

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m. rubatto

Grazie a Marco Rubatto , per averci ospitato nel suo dojo di S.Mauro Torinese e di averci dato l’opportunità di conoscere Patrick Cassidy 6° Dan (il suo boss), veramente una bella esperienza, nella quale ci siamo subito sentiti preparati e pronti,grazie alla nostra preparazione di base.

grazie Marco !

Ovo san e Canetti san

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le interviste di Ovo San, con il M° Rino Bonanno

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Amici aikidoki riparte una nuova avventura ,alla scoperta dell’uomo con l’Hakama, oggi il vostro Ovo San sbarca nuovamente nella meravigliosa Napoli,ad incontrare il M° Rino Bonanno un grandissimo …5° dan per nomina ufficiale dell’Homu Dojo di Tokyo.   Una serie di titoli lunghi un kilometro ,che ,nonostatnte questo aspetto Guascone ,ne dimostrano un impareggiabile carriera strariconosciuta a livello mondiale.   

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Allora M° Rino come è iniziato il suo viaggio nella Nostra Meravigliosa Arte?

M° Rino:

Come ho iniziato?……. è stato  per caso, erano gli anni’70.
Avevo da poco finito il liceo e durante le vacanze ,un amico, allora campione regionale juniores di judo mi parlava del suo sport. Per me che venivo dal nuoto il tutto era nuovo…..mi erano sempre piaciute però le storie di eroi e guerrieri.
Da piccolo amavo riprodurre disegnando ogni genere di armi medioevali e la mente vagava in avventure di cappa e spade.

Mi convinse, al ritorno delle vacanze, a presentarmi al suo maestro, confortato dal fatto che sistematicamente senza sapere nulla di judo, riuscivo a svincolarmi e a metterlo al tappeto…diciamo sulla sabbia in spiaggia…eravamo ragazzi!

Fu così che mi ritrovai a settembre del 1971 al Palasport di Napoli ( ora non c’è più) a fare una lezione di judo con il M° Aldo Nasti ed una di karate con il M° Beppe Panada al Sankaku Club.

Accanto c’era un altro dojo : il Budo Club dove si faceva Aikido e Taekwondo.
Dopo che il mio futuro di campione fu assicurato dal maestro di judo che mi voleva nella squadra agonistica,  feci capolino in questo dojo.

Vedere quelle gonne nere svolazzanti e quei strani movimenti che però in qualche modo mi sembravano familiari mi tenne inchiodato fino al termine della lezione. Non capivo molto, ma mi piaceva.
A quei tempi  non si sapeva nulla di Aikido! Non c’erano testi, né molte immagini, figuriamoci i video!

“Che cos’è l’Aikido? “ – chiesi all’istruttore di Aikido – “ Prova” – fu la risposta telegrafica!

La risposta la presi come una sfida ed essendo testardo mi presentai alla prima lezione dopo qualche giorno armato di tutte le buone intenzioni. E’ inutile dire che fui messo in un angolo del tatami per circa un’ora ad imparare ushiro ukemi, ma non mi prese lo sconforto..anzi la sfida mi piaceva.

Allora c’erano solo sei allievi ed io. Quei sei allievi erano le prime cinture nere del M° Masatomi Ikeda, che si accingeva a tornare in Giappone, poi sarebbe andato in Svizzera.

E’ così che ho iniziato….appartengo alla seconda generazione di aikidoka italiani. Il nostro Maestro Masatomi Ikeda ritornava in Giappone e le lezioni le tenevano dunque le cinture nere. In tutto eravamo 7 persone, ma in quel periodo l’Aikikai si costituiva come Associazione ed in Italia eravamo quattro gatti..solo 5 anni dopo raggiungemmo la cifra record di 2500 persone in tutta Italia.
Non c’erano altre federazioni, non c’erano testi, né video…..c’era solo il M° Tada che parlava anche poco.  Ogni settimana ci si recava a fare una lezione a Roma e gli stage erano solo tre in tutta

Italia, ma ricordo il piacere di incontrarsi tutti. Gli allenamenti erano duri, molto duri…..allenamenti che ora non si fanno più…anche 7 ore al giorno con sveglia alle 6.00 , per 12 giorni di seguito negli stages estivi a Desenzano.

Il M° Tada era esigente..e non parlava.

Mi è sempre rimasto l’odore  del pulviscolo che si sprigionava dal tatami di paglia di riso ad ogni ukemi…..un odore che mi fa venire alla mente i visi di tanti compagni, alcuni anche scomparsi, le loro risate, le gocce di sudore che si mescolavano alle mie.

Ho iniziato ad insegnare a 3° kyu,  autorizzato da Tada Shihan e a 1° kyu ero in Svizzera per un anno . Mi allenavo a Basel insieme ad amici come Michele Quaranta e conducevo un dojo a Gelterkinden dove gli allievi erano militari. Dopo esperienze di Dzog Chen con il M° Norbu nel 77 credo aprii il mio dojo l’Aikikai Napoli e la storia continua tutt’oggi da 43 anni.

Ho tanti ricordi, ma sicuramente aver conosciuto tanti maestri allievi diretti di O Sensei e soprattutto aver fatto con regolarità uke a loro  ha un giusto valore per me. Allora si insegnava “kokoro no kokoro” da “ cuore a cuore” ed io ho incontrato i loro cuori.

Sicuramente da ognuno di loro ho appreso direttamente qualcosa: dal M° Tada a Fujimoto, da Hosokawa a Ikeda, ma direi che questi ultimi due mi hanno aperto la mente e determinato il mio Aikido dove l’associazione con la parte più nascosta e le relazioni fra tecniche e principi universali è una costante.

Ovo san 1)- Oltre 40 anni di pratica, M° Rino, quando si inizia a praticare la Nostra disciplina si è sempre alla ricerca di qualcosa di interiore. Quale è stata l ispirazione per la sua ricerca?

 M° Rino:

Non credo che sempre ci sia una ricerca interiore quando scegliamo di praticare Aikido. Per me questa ricerca c’è stata perché fa parte degli insegnamenti ricevuti in ambito familiare e la nostra arte un po’ “misteriosa” ( come la vedevo da giovane)  mi sembrava un buon mezzo per rispondere alle domande che mi ponevo.
Credo che ci siano due tipi di allievi: quelli protesi all’esterno, dando più valore all’efficacia , ai loro movimenti ed al gesto estetico e quelli protesi al proprio interno in cui il kokyu, la respirazione ha un alto valore.
E tutt’ora incontro queste due tipologie.
Spesso non si riesce a trovare una via di mezzo e quindi si verifica il noto fenomeno di cercare qualcosa di spirituale al di fuori dell’Aikido, oppure si passa ad arti marziali più chiare nei loro scopi marziali o competitivi. 

Eppure quello che c’è di spirituale o di efficace nell’Aikido è stato sempre lì, solo che non si è riuscito a coglierlo.

 Per me in  Aikido lo scopo ultimo non è limitarsi all’esecuzione della tecnica, ma sviluppare il giusto atteggiamento mentale per attingere al potenziale creativo. Le tecniche come diceva O Sensei ” emergono liberamente, come l’acqua che sgorga da una fontana”. 

 

 Ovo san 2)- Se Le dessero un chicco di riso,ogni volta che è salito sul tatami,nutrirebbe lo spirito marziale per anni…ma cosa è lo Spirito Marziale?

M °Rino:

Lo Spirito Marziale è completamente diverso dalla spirito sportivo… – dici bene quando parli di nutrirlo salendo sul tatami – ….è lì che si mette a dura prova noi stessi e non in termini puramente fisici, ma nell’accettazione dell’altro, nel limare le proprie asperità di carattere, nel  districarsi dagli ostacoli che la stessa disciplina ed il Maestro propongono.
Qualsiasi padronanza della tecnica fine a sè stessa si traduce in un fallimento e conduce quasi sicuramente ad un’ipertrofia dell’Io e qui che scompare lo “Spirito Marziale”.

E’ nel cercare di migliorarsi e proteggere sé stessi e gli altri che compare in tutta la sua forza.

Chi comprende che non c’è alcun scopo di “Potere” nel Budō, ma al contrario il superamento dello stesso e che rappresenta un divenire ed un viaggio meraviglioso nella coscienza del Sé, e che sia proteso non al potere egoistico, ma allo smantellamento di una struttura falsa allora incarna lo “Spirito Marziale”.

 

Ovo San 3)-se l‘Aikido fosse un romanzo avventuroso per ragazzi, che libro sarebbe?

       M° Rino:

Mi piacciono le sfide con me stesso e l’incognito.
Sarei indeciso (come amante del mare)  fra “ Ventimila leghe sotto il mare” e “ Viaggio al centro della Terra”:
Entrambi però hanno in comune l’ addentrarsi in un territorio sconosciuto che potrei paragonare al nostro
“ essere interiore”.
Chi potrebbe impersonare meglio il personaggio di Nemo se non O Sensei? … che senza “dire”….esplicitamente  ti propone la scoperta di ciò che è dentro di noi e del mondo circostante con occhi diversi.

E poi se penso al secondo romanzo “ Viaggio al centro della Terra” ..mi viene in mente Il termine alchemico V.I.T.R.I.O.L.U.M
(“ Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam” e cioè “Visita l’interno della Terra ( il tuo interiore) e, rettificando ( te stesso) troverai la pietra occulta, la vera medicina”

E non è quello che facciamo praticando Aikido…andare all’interno, scoprire ed imparare?

 

 

Ovo San 4)- Se riuscisse a guardare nel futuro, come pensa si espanderà la nostra arte…Mischiandosi con altre arti marziali  in nuove forme o resisterà la purezza dell’ Aikido?

M° Rino:

L’Aikido è in continua evoluzione. La purezza dell’Aikido era solo quella di O Sensei.
Mi auspico solo citando il Fondatore che “ persone oneste e gentili “  accedino all’Aikido per migliorare sé stessi e la nostra Arte.
L’Aikido non ha forme, ne schemi prestabiliti. E’ come un’onda di energia invisibile. La forma o qualunque contaminazione può servire, ma poi è solo liberandosi che può realizzarsi
quella ” indipendenza creativa”, purchè se ne conservino i principi rispondenti alle leggi della natura
.

 

Ovo San 5)-il ricordo indelebile del suo Aikido?

 M° Rino:

Sicuramente l’incontro con il M° Kisshomaru Ueshiba ed il M° Tamura. L’uno mi sembrava così etereo e fragile e fu una scoperta scoprire  con quanta facilità mi proiettava, nonostante il mio non collaborare in quel momento giovanile alla “San Tommaso”..del secondo ho apprezzato  la sua gentilezza e pazienza ad insegnarmi Ikkyo per più di mezz’ora quando ero un semplice “mukyu”.
Del M° Ikeda di cui sono stato uke moltissime volte ho un ricordo che non si accantonerà mai, perché devo a lui il farmi ragionare sulle tecniche ed i suoi significati più esoterici.

M° Rino…… vuole lasciare un pensiero personale o una riflessione sarebbe stupendo.
Grazie  …

M° Rino

Una mia frase che rincuora spesso i miei allievi è “ Cadere e rialzarsi per poi ricevere e dare”

Direi se volessi dare una definizione della nostra arte:

“ Un sistema per entrare in contatto con il Sé,  attraverso la pratica della tecnica (Waza), ma utilizzando anche l’energia (Ki) e lo spirito (Shin), in modo da affrontare come nemico un’entità non fisica esterna, ma interna e, nello specifico, “ciò che non siamo realmente”.

 

E’ come sempre un piacere aver ascoltato la vita di un grande Maestro come Rino Bonanno , e un dispiacere allontanarsi da chi ha tanto da raccontare ( starei qui delle ore …).  Quindi ringrazio ancora il Maestro Rino per la sua disponibilità , e per averci regalato questa magnifica intervista.

 

Un saluto dal Vostro Ovo San

 

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