“Copriti..” di Nev Sagiba
By Aikido Journal | Contributed
“Copriti..” di Nev Sagiba
By Aikido Journal | Contributed
“Il peggior nemico di tutti i budoka è ingannare se stessi.”
Traduzione dall’originale pubblicato su Aikido Journal, a cura di Gianni Canetti.
“I praticanti di Aikido non si coprono..” secondo alcuni “ex-spurts”(?). E loro si accaniranno su questo non punto. In apparenza, sembra che gradiscano prendere atemi in faccia.
Infatti costoro non hanno mai ricevuto realmente un colpo, e questo perchè questi accaniti sostenitori vivono ancora a Fantasilandia.
Inoltre, presumibilmente non hanno mai sentito parlare di Jodan e Chudan. Che pensiero spaventoso. I grandi blasoni non possono nascondere l’abbietta incompetenza che ho notato durante I miei viaggi.
In qualunque Budo bisogna proteggersi il viso ed il corpo.
Nel ballo si ha, si spera, totale fiducia nel proprio partner. In un combattimento è esattamente l’opposto. Se si pratica Aikido come Budo, e non come danza, bisogna almeno fare uno sforzo per sdrammatizzare la sfiducia che deriva dalla violenza reale.
Una volta ho conosciuto uno che praticava un quasi eclettico minestrone di stili di combattimento e sosteneva che “gli aikidoka sono ipnotizzati dalla loro stessa stupidità”.
Allora io ero in disaccordo. Ora, osservazione successiva, ogni giorno penso che lui avesse più ragione di quanto immaginassi; quanto più l’aikido sembra scivolare nel pantano di comodo passatempo dell’auto illusione tanto da non assomigliare nemmeno a nessun Budo, e neanche potrà mai essere efficace quando si arriverà alla prova del nove.
Come è succes questo tizio, è riuscito ad ipnotizzare se stesso, convincendosi che tutti i combattimenti devono avvenire da sdraiati. Il cielo lo aiuti quando un giorno diversi avversari armati lo assaliranno. Quel giorno avrà un risveglio molto duro. Se sopravvive.
Ma “le arti marziali non sono per il combattimento”. Così ci viene detto dai pontificatori.
No? Veramente? Cos’è allora? Un social club?
Spero per loro che almeno sappiano correre veloci.
Per essere CAPACI di “non combattere” in una situazione di pericolo si deve prima essere capaci di combattere. Solo allora si potrà avere la forza e la capacità di fare questa scelta!
Marte era il “dio della guerra.” Da qui il termine MARZIALE.
Il peggior nemico di tutti i Budoka è l’auto illusione, ingannare se stessi. E successivamente: l’inganno reciproco. E’ così facile caderci dentro. Le panzane di buchi nelle ciambelle non saranno di nessuna utilità quando ci si troverà davanti alla realtà.
La realtà ha piani differenti da quelli di teorie, opinioni, ipotesi e favole. La violenza è cruda, anche per gli “esperti” allenati. Raramente se ne esce indenni. Non ha nulla a che fare con “vincere” o “peredere”, come ai punti o altre finzioni. Piuttosto, sopravvivere. Questa è la distinzione.
Quando chiunque con intenzioni omicide ti attacca, non ti devi preoccupare di fare punti, ma piuttosto cercare di sopravvivere in qualunque modo possible. Quindi, invece di fare l’occhiolino e di sorridere durante l’azione, quando si pratica, dovresti allenarti come se fosse una situazione di sopravvivenza, di vita o di morte. La maggior parte delle persone, noto, ancora non sanno come osservare o dove guardare.
Se per nessun altra ragione, che giudicherai negativamente l’arte, quando il giornale titolerà “maestro di Aikido ucciso da un nano durante una rissa..” dovrebbe essere lo scopo di ognuno ed ogni praticante, di ECCELLERE nel Aikido, e non meramente impressionare con una parvenza di esso.
Se non sei mai stato colpito in faccia, non avrai mai la concezione di coprirsi. Se vuoi fare una leggera esperienza di realtà, vai in una palestra di Boxe. Prova, giusto una volta. Chiedigli di non buttarti giù. (Magari chiedi umilmente di usare I guantoni quelli più morbidi e più imbottiti). Scopri cosa succede al tuo delicato viso, le fragili opinioni e le tue teorie in merito a “fare Aikido”.
Te lo posso dire io adesso, LA MAGGIOR PARTE DI VOI VERRA’ STESA.
Allora tornerai al tuo dojo con una visione migliorata sulla natura del combattimento.
O’Sensei sconfiggeva facilmente I pugili!
QUAL’E’ LA DIFFERENZA? Fai a te stesso questa domanda con assoluta sincerità, quindi predisponiti a trovare le risposte con determinazione.
Lo so, lo so, non ti alleni per combattere. In questo caso però, per favore, non iscriverti nel mio dojo perché la prima cosa che ti sorprenderà sarà uno schiaffo in faccia. Allora se sbaglierai nel coprirti ne arriverà un altro seguito da un altro ancora FINCHE’ NON IMPARERAI L’AIKI e a coprirti, o finirai accovacciato in un angolo, raggomitolato con le mani sulla testa piangendo e implorando.
Si, signor Shihan, specialmente tu! Titoli onorifici e hakame ben stirate non ti proteggeranno quando finzione e false cooperative di danza non seguiranno il copione previsto.
Brutale? Per niente. Questo è BUDO! Io mi aspetto che tu sopravviva al prossimo reale attacco, se e quando avverrà. Sapere come coprirsi correttamente, applicandolo per entrare e l’aiki, sono ribaditi negli scritti e dimostrati nei video del fondatore dell’Aikido.
Sapere entrare in maniera protetta aumenterà le possibilità di successo esponenzialmente. Partire da cosa funziona, cessa di essere Aikido.
Il vero Aikido è spirituale. Molto spirituale. Così spirituale che funziona nella realtà.
Tutto il resto è collusione e auto inganno ed un pericolo per se stessi.
I bambini che sono cresciuti in un epoca in cui i genitori li prendevano a ceffoni, conoscono Ikkyo prima ancora di venire al dojo. Loro comprendono la guardia Jodan e Chudan immediatamente. Loro si coprono perchè sono , diciamolo francamente, malati e stanchi del dolore degli abusi. (o il ricordo) Lo stesso abuso che un reale aggressore ti servirebbe.
Perchè la mmagior parte degli aggressor cercano di colpire la testa? Perché un colpo in faccia, che arrivi a rompere un osso oppure no, è disorientante. Provoca uno shock ai delicati nervi del collo, danneggiando le sette vertebre cervicali che sostengono e tengono alta una testa pesante piuttosto malamente. Se piazzato abbastanza bene, con forza e corretto tempismo, può anche arrivare a danneggiare il cervello
Ne deriva uno shock istantaneo. Quinsi signor Shihan, smettila di piagnucalare su un mero schiaffo o due, e realizza che questo è Budo e che si suppone tu debba rappresentarlo. stop weeping over a mere slap or two, and realise that this is Budo and that you are supposed to be representing it. Non facendosi beffe di esso..
Qualche anno fa , un individuo che aveva praticato in un’altra scuola, è stato accolto nel nostro dojo. Abbiamo praticato. Ma lui detestava l’dea di coprirsi. E non solo esprimendolo ma rifutandolo apertamente. Il problema era, che ogni volta che praticava con un particolare alievo che è stato pugile, veniva bloccato..
Lui pretendeva che il suo grado venisse “riconosciuto”. Mi sono accordato per il solo livello tecnico e lui se l’è presa a male.
Invece di correggere il suo ego ed imparare qualcosa, avebbe interrotto la lezione lamentandosi di questo. Io ho continuato a ripetergli “copriti..”, ancora e ancora e avrei anche rivisto la lezione per spiegare nuovamente l’importanza vitale di Jodan e Gedan gamae ed l loro scopo. Ma lui sosteneva l’opinione che, “Non ci si copre in Aikido”.
Ostinato sarebbe un eufemismo. Dopo qualche tempo la mia risposta è cambiata dicendo al pugile, “colpiscilo più forte”, sperando che avrebbe capito il punto, la realtà, non le sue fallimentari ipotesi. Inutile dire che continuava a venire bloccato, ma per qualche strana deviazione psichiatrica, la sua opinione di non doversi coprire è solo peggiorata e si è rafforzata. E lui veniva bloccato ancora di più.
Un giorno, sbagliò lezione ed arrivò in ritardo ed infuriate, interrompendo una doverosa e piuttosto pesante lezione di Kendo, proclamando rumorosamente a tutti quanti che, “lascio questa scuola perchè non ci si copre in Aikido”.
Essendo il modo d’oggi, ho fatto un buon ukemi come anche l’ex-pugile con il quale stavo praticando in quel particolare momento, usando l’opportunità fornita dalla distrazione causata da quell’interruzione, per eseguire un immacolata azione di uppercut Ikkyo con il suo shinai. Perché buttare via una buona apertura?
Mi sono alzato, ho fermato la lezione e ringraziato l’invadente.
Oh, per il vecchio mondo. Sarebbe stato fatto scappare a suon di colpi di shinai dall’intero dojo che gli correva dietro per la strada. Ma ho scoraggiato questo tipo di comportamento per ragioni legali. Inoltre, anche questo sarebbe stato uno spreco con questo grezzo individuo che ha rifiutato di imparare semplicemente dalla realtà dei fatti.
Detto questo, le tecniche da Gedan SONO valide. Anche Gedan deve essere praticato. Non solo. E questo con attenzione a guadagnarne la comprensione. Se vieni attaccato di sorpresa, o se tu sai come controllare l’avversario usando maai per far entrare l’attaccante, allora il Gedan può essere sublime invece che ridicolo.
Ma dalla mia visione di video e allenamenti individuali dal vivo, anche alcuni “grandi nomi”, grandi titoli e gonfie opinioni della loro importanza, è evidente che questo non è sempre il caso.
Bene, in questo ambito vi ho fornito degli indizi. Se li conosci bene, state praticando bene. Se li avete colti, è il momento di iniziare a metterli in pratica. Se non avete afferrato il punto, c’è speranza, continuate a praticare.
Se siete fortemente in disaccordo, c’è speranza anche per voi, ma solo dopo che avrete subito l’esperienza di un reale attacco. E solo se siete ancora vivi.
Se non sapete cosa sono le guardie Jodan e Chudan; come anche il molle e inconsapevole gedan sembra bloccato dentro o come queste interazioni con hanmi gamae, sia lato ai che lato gyaku, vi suggerisco di occuparvene come una questione di urgenza. E praticarli finchè non li riconoscete nel sonno.
Queste vi aiuteranno entrambe nel produrre funzionalità di fatto nel vostro Aikido, e aiuteranno la nobile arte dell’Aikido a non andare in malora in un orgia di falsità e auto-illusione, e a non essere criticata negativamente come risultato di un balletto meccanico facendo mere forme, senza nessuna misura di comprensione della loro reale e viva applicatione.
Nel frattempo, imparate a proteggervi il volto, è l’unico che avete.
DEFINIZIONI
Nella terminologia della Boxe l’interpretazione semplificata di “coprirsi” significa proteggere il corpo e la testa con le braccia.
Nev Sagiba
aikiblue.com
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One thought on ““Copriti..” di Nev Sagiba”
osvaldoPubblicato in data10:32 am - Mag 5, 2014
Ho sbagliato arte marziale….ma essere consapevoli di tutto ciò. è sufficente?
oppure ogni tanto bisogna fare sul serio?
osvaldoPubblicato in data10:34 am - Mag 5, 2014
Che la realtà a volte è molto più spietata di quanto su crede
ezioPubblicato in data5:44 pm - Mag 8, 2014
allora si puo fare sul serio come fai a pretendere un allenamento reale senza procurarsi
delle lesioni io lo dico sempre il vero combattimento è molto diverso dall' allennamento
ma questo gia' lo sapete!
gianniPubblicato in data3:20 pm - Mag 9, 2014
i punti di attenzione sollevati in questo articolo, secondo me, sono la facilità di cadere nell'illusione di essere in grado di affrontare uno scontro reale e che molto spesso nella pratica nel dojo non si dia spazio alla comprensione di queste realtà, spesso nascondendola dietro "filosofie" di armonia e presunti valori spirituali.
E' impensabile applicare le tecniche in maniera realistica e pretendere che se ne esca illesi e sorridenti.
Ma evidenziare la sana abitudine del mantenere una "copertura" durante l'esecuzione delle tecniche, può essere un valore aggiunto.
Poi, con assoluta consapevolezza, se qualcuno volesse fare questo tipo di esperienza, allora le protezioni come minimo sono indispensabili.
Come sai, questo è un argomento a cui tengo in particolar modo, da sempre, e sul quale discuterei per ore. Posso dire che nel nostro dojo, fortunatamente, non siamo poi così tanto illusi e questo grazie anche al tuo metodo di insegnamento.
massimilianoPubblicato in data4:21 pm - Mag 9, 2014
Concordo con quanto dici, anche se penso che la realtà non sarà mai paragonabile ad un'allenamento qualunque esso sia di qualunque arte pratichi, per enne fattori (lo sconosciuto che ti sta di fronte, il tuo stato emotivo in quel momento, l'ambiente,ecc..). L'unica cosa che, secondo me, possiamo fare è tentare di allenare la Ns mente (ed il Ns corpo) ad un'azione improvvisa e letale.
Poi teniamo conto che prima di rendere efficace una tecnica bisogna impararla, e bene (parlo per me). Ogni volta che Ezio spiega una tecnica, inizialmente credo di capirla, ma poi praticandola mi rendo conto che vi sono ancora tantissime sfaccettature che sono da prendere in considerazione e da rivedere.
Io proporrei (come avevamo fantasticato l'anno scorso) un giorno di allenamento (magari in più) con un pò più di tecniche reali.
osvaldoPubblicato in data9:18 pm - Mag 10, 2014
Se tutte le volte, noi ci lordassimo senza scrupoli,
credo che a giornate alterne Ezio si ritrverebbe
con tre allievi a serata….
anche se certe volte a qualcuno il bollito ogni tanto….
massimilianoPubblicato in data1:57 pm - Mag 12, 2014
Io credo che se facciamo le cose senza esagerare non finiremmo così. Ogni tanto portare la tecnica in modo quasi reale potrebbe giovarci. Naturalmente dipende molto da chi hai davanti, dal grado di preparazione e dalla voglia che ha questo individuo di "unirsi".