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Archivio mensile 26/10/2013

le vignette di ovo san

amletico Pat-man

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le vignette di ovo san

autocelebrativa,  si aggiunga quando scio divento Ovo-via, dopo caduta da Kote-gaeshi Ovo sbattuto, quando sono cotto Ovo-sodo,in Francia Ovo-alla coque...chi più ne ha  più ne metta…naturalmente son OVU-nque..vi sfido !

mantenendo un certo aplombe!!!!

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le interviste di Ovo san, con il M° Christian Andreotti

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Cari amici vicini e lontani come soleva dire Niccolò Carosio indimenticata voce sportiva di altri tempi, il Vostro Ovoreporter, si addentra in una nuova intervista. Sempre con l’intenzione di cercare l’uomo che stà dentro l’ hakama incontra virtualmente il Maestro Christian Andreotti V° Dan che insegna ad Alpignano  Provincia di Torino.

Giusto due dritte per conoscere il Maestro:

Fondatore  con la collaborazione dell’amico Valter Castagneris e del Maestro Rinaldi dell’associazione Yuki che ancora oggi è un punto di riferimento in Piemonte per lo studio e la promozione dell’Aikido.
Inizia una lunga stagione non ancora conclusasi di approfondimento della disciplina e di formazione nel campo della didattica che lo porterà a praticare altre arti marziali come il karate, il wing chung, il jujitsu, il kendo, lo iaido e discipline legate al benessere come lo yoga e lo shiatsu e a seguire stage e convegni sull’insegnamento dell’aikido e dell’educazione motoria in genere; la Yuki in questi anni organizza molteplici stage tecnici e di formazione anche con insegnanti internazionali come Philippe Gouttard (VI dan Aikikai) e Mare Seye (V dan Aikikai) con il quale si è andato ad instaurare un rapporto di amicizia e di scambio che dura tutt’ora. il 18 marzo 2012 il Progetto Aiki riunito in assemblea nazionale ha conferito il V Dan di Aikido a Christian Andreotti.

Ecco le Mitiche 5 domande

Ovo San -1) Nella Sua vita ha praticato oltre alle arti Marziali (aikido incluso) altri sport, in ogni caso alla base di un lavoro duro ,e determinato quanto ha contato per Lei mettersi in discussione con se stesso ogni volta e ripartire da zero?

Christian-  In effetti ho sempre praticato sport fin da piccolo e penso che la pratica motoria sia essenziale per la crescita di ogni individuo; il primo contatto con se stessi e con ciò che ci circonda lo si ha attraverso il corpo e imparare a conoscerlo, saperlo utilizzare è alla base del processo di conoscenza.
Il piacere di fare esercizio fisico e lavorare sodo (…scusa Ovo san!) è ciò che vorrei trasmettere ai miei allievi, siano essi giovani o meno, perchè attraverso questa esperienza ho appreso l’importanza, come dice lei, di mettersi in discussione e ripartire anche da zero quando i problemi e gli ostacoli, alla quale siamo sottoposti durante la nostra vita, lo rendono necessario.
Questo aspetto nell’aikido è reso evidente dalle ukemi (letteralmente ricevere col corpo), esercitarsi nelle cadute è faticoso e spesso mette nelle condizioni il principiante (ma anche gli esperti) di dover superare, con quella determinazione a cui facevamo riferimento, le proprie paure; proprio per questo imparare che ci si può rialzare ha delle ricadute psicologiche positive importanti e inaspettate.

Ovo san-  2)Parliamo di Bambini, con l’associazione Yuki ha lavorato molto con i piccoli samurai, come si fa a coglierne il limite senza forzare la loro fragilità sia fisica che mentale?

Christian – Tempo fa l’Aikido veniva considerata una disciplina solo per adulti soprattutto perche’ si ritenevano i bambini incapaci di coglierne gli aspetti artistici, filosofici e  sarebbero stati in pericolo di fronte allo studio di leve e chiavi articolari fine a se stessi. Questa visione, che purtroppo ancora oggi troviamo in alcuni sedicenti esperti del settore, e’ frutto a mio parere solo dell’ignoranza; non si conosce ad esempio il sistema scolastico italiano dove nella scuola dell’infanzia, se non gia’ al nido, ai giovani studenti vengono impartiti i rudimenti del disegno, della pittura, della musica, della scrittura non che’ dell’educazione motoria e della religione. I giovani, proprio perchè tali, sono in grado di cogliere gli aspetti più alti delle espressioni umane.
Nei bambini l’apprendimento passa attraverso il gioco, le lezioni per quanto siano serie e lo studio di una disciplina come la nostra sia una cosa seria devono essere anche divertenti e ludiche; in questi anni con i più giovani ho imparato che gioco serio non è un ossimoro: avete osservato i bambini quando giocano tra di loro? Sono maledettamente seri!
Insegnare è una parola che deriva dal latino insignare cioè imprimere segni, il dovere di un istruttore di aikido è quello di trovare il modo, gli esercizi giusti, i giochi giusti, per imprimere quei segni, rappresentati nel nostro caso dall’Aiki, in chiunque al di la di età, genere e abilità.
Il principio fondante della nostra disciplina e’ l’armonia sia come aspetto tecnico che etico: che cos’altro puo’ preservare i nostri giovani se non la ricerca dell’Armonia con se stessi, con gli altri e in cio’ che gli circonda? Credo che non ci sia altro da dire.

Ovo san- 3) Aikimarathon! una manifestazione full-immersion dall’alba al tramonto (diciamo) non stop, non nasce certo per vedere il limite di un’atleta ma per…?

Christian – Perche’ no? Gli aikidoka sono anche atleti non solo studiosi di tecniche marziali o di discipline orientali. Nell’aikido non ci sono gare ma l’aspetto atletico e’ presente e un buon allenamento serve a stare meglio fisicamente e a non farsi male durante la pratica. L’AIKImarathon non ha lo scopo pero’ di assegnare una coppa ma di far vincere l’Aikido e la solidarietà. Praticanti e maestri di diversa esperienza, scuola, stile e organizzazione si ritrovano insieme per promuovere la disciplina che amano, raccogliere fondi destinati alla beneficenza e … mettersi alla prova.

Ovo san- 4)domanda filosofica ,se l’Aikido fosse un genere musicale per Lei sarebbe?

Christian – Blues. Non mi chieda perche’ ma a me piace il blues quindi dev’essere sicuramente cosi’!

Ovo san-  5) Leggo nella sua biografia un grande rapporto con Sensei C: Tissier (che tutti ammiriamo) qual’è l’emozione o il ricordo che le è più caro?

Christian-  Non mi dilungo nel mio rapporto con il Maestro, credo che sia uno degli insegnanti piu’ conosciuti oggi e piu’ impegna ti nel mondo nella diffusione dell’Aikido anche attraverso innumerevoli stage, nonostante ciò è partito dalla Francia superando anche qualche problema politico-organizzativo non di poco conto per venire a festeggiare con me e con gli allievi della nostra associazione i primi dieci anni di attività. Di Christian Tissier ho potuto apprezzare in questi anni oltre le doti tecniche e pedagogiche che sono sotto gli occhi di tutti, la disponibilità e l’abnegazione verso l’Aikido e i propri allievi.

Christian Andreotti

ringrazio il Maestro Christian per la bella intervista , sono contento perchè ogni volta che ascolto le storie di questi grandi Maestri, fortifico lo spirito del mio Aikido.

un abbraccio a tutti Ovo San

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Kaeshi Waza, Controtecniche

Alcuni esempi dell'utilizzo delle controtecniche

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Oyo Henka, l’uso costruttivo della resistenza

 

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Dimostrazioni tecniche di Christian Tissier

Dimostrazioni tecniche di Christian Tissier …

 

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le vignette di Ovo san

dalle lontane terre Russe..

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le interviste di Ovo San, con il M° Marco Rubatto

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Eccoci qua ! è proprio sotto la Mole Antonelliana, simbolo della Nostra Torino, il vostro Ovoreporter incontra il Maestro Marco Rubatto, che insegna a S. Mauro Torinese e anche a Volpiano e in Torino, insomma ecco “ due gianduiotti” (famosi cioccolatini tipici di Torino), faccia a faccia (virtualmente si intende). Insieme ai M° Chierchini e Branno ha organizzato e ospitato l’ Aikido Blogger Seminario…Allora M° Rubatto un po’ di Free Style prima delle 5 domande?

Marco- Vado con il free style:

Ho iniziato a fare Aikido per una combinazione assolutamente fortuita, più precisamente a causa di un incidente ad un ginocchio accaduto mentre praticavo Karate: non potevo più tirare calci per un po’, ma avevo ancora l’abbonamento pagato per un intero anno presso il Dojo/Palestra che frequentavo, quindi mi sono dato all’Aikido quasi per “tamponare” il momentaccio. L’Aiki-vocazione però è stata tardiva: sin da giovane avevo praticato alcuni stili di Kung Fu, ancor prima che il Karate. Attratto dalle cadute e dalle leve articolari, sono stato folgorato sulla via di Aiki-Damasco quel giorno ormai lontano più di vent’anni, e da allora non ho più fatto altro.

Quello che mi colpì di questa disciplina un attimo dopo che la mia esigenza di sbattacchiarmi si era un po’ calmata, era il grande spessore filosofico di questa disciplina… cosa che non avevo incontrato nei miei precedenti percorsi marziali.

Quindi… prima un paio di allenamenti alla settimana, che presto sono diventati 3, 4… poi 5… poi gli stage… e così mi ritrovo venti anni più tardi ad essermi licenziato dal mio lavoro ordinario per dedicarmi completamente e quotidianamente alla pratica, all’insegnamento ed alla divulgazione dell’Aikido!

Credo di essere riuscito comunque anche a far tesoro della mia esperienza lavorativa con i potatori di handicap intellettivo nel mondo del sociale: ora li seguo da alcuni anni in un corso specifico di Aikido adattato alle loro esigenze.

Ho avuto la fortuna di incontrare Insegnanti in gamba, che mi hanno aperto mondi inesplorati della pratica… e soprattutto l’ottica con la quale interagire con essa, in modo tale da poter continuare a fare Aikido soprattutto al di fuori del tatami. Cosa che credo poi interessi bene o male a ciascun praticante…

Sono stato un bel po fortunato, insomma… anche perché mi sono da sempre interessato di spiritualità e cultura orientale, quindi con l’Aikido ho trovato un connubio perfetto fra movimento, marzialità, ma anche possibilità di integrare tutti i miei studi ed interessi precedenti, portati avanti in altri ambiti. Fra essi la Meditazione è forse stata la mia compagna più importante e fedele, alla quale ho avuto l’onore di essere introdotto da uno dei discepoli più stretti del Mahatma Gandhi… e quindi mi sono ancora più innamorato dell’Aikido quando mi sono accordo della convergenza fra il sapere antico e la filosofia di O’ Sensei!

Ok ! andiamo con le domande…

Ovo san:
1- tra i 4 elementi Aria, Fuoco,Terra e Acqua quale rappresenta di più il tuo Aikido?

Marco: Gran bella domanda: quando ho iniziato a praticare, probabilmente il fuoco era l’elemento che mi rappresentava meglio… magari con qualche goccia di acqua qua e la, ma assolutamente non in grado di spegnerlo. Ora mi sento molto più mutevole rispetto agli elementi, ma anche più integrato: certamente va un po’ a periodi… ma spesso mi concentro di percepirli tutti e quattro vivificati sul tatami, anche perché quando ci riesco mi sento davvero bene ed al mio giusto “posto”!

La terra è la concretezza, forse anche la solidità, che solo ultimamente sento più mia… ho sempre teso in passato ad avere un po’ la testa nelle nuvole… il corpo (la terra), la mente (l’acqua), lo spirito (il fuoco) e l’anima (l’aria) sono proprio quanto di recente sto cercando più di integrare fra loro, avendo intuito quanto la loro unione profonda sia maggiore della somma delle singole parti (O’ Sensei docet). Vediamo adesso quanto ce la farò, ma la sfida mi sembra comunque alquanto stimolante!

Ovo San: 2- Iwama, nel tuo blog ho visto il tuo Viaggio alle origini dell’Aikido, quale atmosfera hai respirato, sapendo che è un sogno per molti andare a Iwama…

Marco: Ho avuto la fortuna di andare in Giappone, e nello specifico anche ad Iwama, diverse volte… la prima di esse a dire il vero in modo un po’ avventato, giusto con quell’infinito entusiasmo giovanile di realizzare i propri sogni… le seguenti invece in maniera forse più oculata (dopo avere studiato qualche annetto il giapponese, per esempio!); mi sono curato di girare in lungo ed in largo sulle tracce dei luoghi cari ad O’ Sensei: Tanabe (il luogo in cui è nato), l’Hokkaido (dove da giovane supportò la costruzione di un’intera comunità nel paesino di Shirataki e dove incontrò Sokaku Takeda), Ayabe e Kameoka (dove venne in contatto con Onisaburo Deguci ed i credenti Oomoto Kyo), i monti Kumano (dove spesso si ritirava in preghiera)… e poi ovviamente Tokyo (ancora attualmente considerato il quartier generale dell’Aikido mondiale) ed Iwama (dove studiò ed insegnò negli ultimi decenni di vita).

Non vorrei essere frainteso, ma ho respirato in ciascuno di questi luoghi un’atmosfera molto diversa da quella che mi sarei aspettato (o che ci vorrei voluto trovare): storicamente parlando è una gran cosa poterci andare e “toccare con mano” la sua storia, ma è evidente come il suo Aikido non sia più li, né sinceramente a nessuno ciò interessi più di tanto. C’è chi insegna molto bene le tecniche, senza troppo curarsi degli aspetti più relazionali, filosofici o spirituali… c’è chi pratica ma sembra che non sappia più nemmeno bene il perché lo faccia. Ci sono anche quelli bravi, come da noi… ma ci sono le “mezze calzette” (forse questi sono in maggioranza!). La “Mecca dell’Aikido” forse non è più in Giappone in questo momento, nel senso che lo spirito autentico del Fondatore può benissimo essere riprodotto e vivificato nei nostri Dojo meglio di come ho visto fare ad Iwama nel suo di recente. Sembra qualcosa di paradossale, forse spegnerà qualche entusiasmo, ma è sinceramente ciò che ho provato più e più volte quando ero là. Il giapponese medio non sa nemmeno cosa sia l’Aikido e più di una volta sono stato preso per fesso perché provenivo dall’Italia per studiare qualcosa che per loro è morta e sepolta, come la tradizione dei Bushi… Sono molto più interessati all’America, al business ed alla micro-ingegneria per badare a tradizioni e templi… quelli, spiace a dirlo, sembrano interessare quasi solo più a noi! Bizzarro vero?!

La buona nuova è che ora andare in Giappone è qualcosa di veramente fattibile ed abbastanza low-cost, se ci si sa organizzare. In merito a questo ho intenzione nei prossimi mesi di pubblicare su Aikime una sorta di “visita virtuale” con alcuni appunti di viaggio, a favore di futuri viaggiatori fai-da-te, che intendessero replicare l’esperienza. Il sogno diventa sempre più realizzabile… ma andiamoci per fare foto e video della natura pazzesca del Giappone, della loro straordinaria cultura… ma non esclusivamente per fare Aikido, altrimenti rischieremmo di rimanere delusi, secondo me.

Ovo San: 3- hai ospitato l’Aikido blogger seminario insieme hai M° branno e Chierchini, quindi parlando di Blog , come è cresciuto il mondo dell’Aikido grazie ad internet e come cambierà secondo te…?

Marco:  Il Web ha cambiato tutta la nostra società, e quindi ha influito ed influirà sempre più secondo me anche nell’Aikido. Quando io ho iniziato a praticare, l’unico modo per sapere chi era un’Insegnante o vederlo in azione era quello di fare la borsa, prendere il termo e magari attraversare l’Italia (se non l’Europa) per arrivare sul suo tatami. Ora basta digitare il suo nome su Google o Youtube ed è subito facile capire se siamo dinnanzi ad uno “che c’è”, piuttosto ad una persona senza troppa sostanza. Siamo in grado di vedere non solo chi è, ma anche cosa fa di attivo e concreto per promuovere la crescita e patrocinare lo sviluppo della nostra disciplina. Ricordo che i gradi più alti sono attribuiti proprio per meriti di questo tipo: la divulgazione, la consacrazione della propria vita ad uno scopo affine con le prospettive dell’Aikido. Certo che se uno è 7º dan solo all’interno della sua piccola cerchia… dal Web è evidentemente smascherabile… o perché è assente, o perché basterà chiedere le referenze. In un certo senso la rete fornisce un sacco di stimoli, è popolata da un gran numero di cialtroni (dell’Aikido, come di qualsiasi altro settore)… ma basta avere gli occhi buoni per districarsi velocemente in questa giunga ed approdare a ciò che ci interessa. I giovani fanno di default questo processo… e, ad esempio, in tanti arrivano così al Dojo. Sarà poco tradizionale forse, farà poco “insegnamento segreto” riservato ai fedeli di un clan… ma i tempi sono cambiati e l’Aikido ha tutte le carte in regola per essere un arte fluidamente adattabile alle esigente della nostra società, Web incluso… anzi cogliendo al meglio questa inedita opportunità di sviluppo ed evoluzione. Secondo me, chi non coglie questo aspetto e rimane rigidamente ancorato alle dinamiche del passato sarà presto considerato un “pezzo da museo”…

Ovo San:  4- Vivere l’Aikido giornalmente come attività , ha cambiato IL TUO MODO DI ESSERE o hai adattato l’aikido AL TUO STILE DI VITA?

Marco:  Vivere l’Aikido giornalmente ha cambiato un sacco di cose in me: innanzi tutto ho dovuto imparare a stare sul tatami in modo diverso e molto più rispettoso di me stesso, del mio corpo… che è poi lo strumento che utilizziamo per la pratica. Ciò non significa risparmiarsi negli allenamenti, ma agire nell’ottica che la settimana (la mia nella fattispecie) è fatta da numerosi allenamenti (circa 12, attualmente)… che il mese è fatto di quattro settimane e che quindi ci deve essere non solo energia in ciò che si fa, ma è necessario garantirsi (e garantire agli studenti) che questa energia si mantenga a lungo. Praticare ogni giorno fa spesso riflettere su quanto longeva intendiamo che sia la nostra attività Aikidoistica. La vecchia generazione dei Sensei, in questo senso e salvo rare eccezioni, ci ha lasciato un pessimo esempio di equilibrio: erano quasi “tutti rotti” da anziani, segno che da giovincelli forse ci hanno calcato un po’ troppo la mano!

Comunque per risponderti, entrambe le cose sono state fatte: io sono andato verso l’Aikido, modificando il mio stile di vita (il sonno, i pasti… ad esempio) ed sto percependo che pian piano anche l’Aikdo, a specchio, prende un po’ la mia forma. Che dire però, il processo è iniziato così intensamente solo da pochi anni, vieni a farmi questa domanda più avanti, diciamo fra una quindicina d’anni per esempio! ^__^

Ovo San:  5- Marzialità, tra il dire e il fare, quanta  filosofia e quanto il keiko c’è nel Tuo aikido oggi?

Marco:  Forse uno dei punti più delicati degli Aikidoka d’oggi è proprio quello di saper trovare un soddisfacente connubio fra pratica, marzialità, filosofia e spiritualità… Non so se l’ho attualmente trovato, spesso infatti aggiusto il tiro e/o cambio direzione… ma almeno ho chiaro come mi piacerebbe che questo processo avvenisse: in modo equilibrato ed integrato! Ho esordito in una scuola molto tecnica e marziale, quella di Iwama appunto… poi ho cercato di attingere alle mie esperienze più filosofiche e spirituali ed anche il mio attuale Insegnante, Patrick Cassidy Sensei si sta muovendo nella stessa direzione. Ho iniziato a parlare di più di questi temi a lezione ed a integrare maggiormente il movimento nudo e crudo e le tecniche… con un più sottile “movimento dello spirito e della consapevolezza”. Ogni tanto però guardo i miei allievi, e dopo magari qualche settimana che trattiamo argomenti più eterei e filosofici, iniziano ad atteggiarsi troppo come ballerine di danza classica… e questo è il segnale che bisogna “tornare sul classico” e recuperare quella sana atmosfera marziale in cui gli errori si pagano cari, così l’attenzione sale alle stelle… e non dobbiamo solo cadere grazie al “volemose bene” (infondo l’Aikido ha avuto i suoi natali in un’atmosfera simile…).

Di contro però, noto anche come a seguito di un periodo più “militaresco”, impegnati a cercare angoli buoni e distanze corrette, ci si “raffredda un po’ l’anima”, si diventa più cinici… simili a robot, magari precisi, ma sempre robot inespressivi: questo è il momento nel quale tendo a rinfrescare un po’ di più le prospettive personali alle quali l’Aikido si conduce. Forse si impara solo in un processo di aggiustamenti continui e approssimazioni successive, ed in questo “Budo” classico e filosofia credo che siano due elementi compresenti ed indispensabili: il difficile per me è solo quello di mixarli fra loro con la precisione di un farmacista a seconda delle esigenze. Però sono due elementi irrinunciabili, di questo sono certo ormai… perché si supportano e completano a vicenda (O’ Sensei ri-docet!).

Marco Rubatto

Bhe! Tanta roba, volendo concludere direi Grazie Marco….di cuore e continua così che sei un grande! ma sopratutto molto disponibile alle mie domande, davvero…

Un saluto Ovo San

 

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