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Archivio annuale 15/01/2012

Hakama

 

L' Hakama: cosa è e come lo si indossa
L'HAKAMA è un tipo di pantalone, simile ad una gonna, che indossano alcuni
praticanti d'Aikido. Tradizionalmente era indossato dai Samurai. L'uniforme standard
indossata nelle lezioni di Karate, Judo, dai gradi più bassi dell'Aikido ed in generale in
tutte le arti marziali giapponesi, costituiva generalmente la biancheria.
In origine, l'hakama era indossato come ulteriore capo d'abbigliamento per proteggere le
gambe del Samurai a cavallo da cespugli, erbacce ecc. (simile alle protezioni di cuoio
usate dai cowboys). In Giappone, poiché la pelle era difficile da reperire, venne
sostituita da stoffa pesante. Dopo il passaggio dei Samurai da soldati a cavallo a fanteria,
continuarono a portare l'hakama, soprattutto come fattore di distinzione, dato che li
rendeva facilmente identificabili.
Saito Sensei racconta una storia circa gli hakama, relativa al primo periodo dell'Hombu
Dojo:
Molti degli studenti erano troppo poveri per comprare un hakama, ma era richiesto che
ognuno lo indossasse. Se uno studente non ne poteva prendere uno da un parente più
anziano, allora rimuoveva la stoffa di un vecchio futon, lo tagliava, lo tingeva e lo
trasformava in un hakama. Poiché le tinte che venivano usate erano assai economiche, il
disegno colorato del futon avrebbe cominciato presto a comparire attraverso la tinta.
L'Hombu Dojo era un posto molto colorato, con tutti i vari colori degli hakama. I colori
tradizionali degli hakama non erano infatti soltanto tinte unite. I materiali usati spesso
avevano motivi cuciti e stampati.
Nella maggior parte delle scuole di Aikido dei giorni nostri, l'hakama è riservato agli
yudansha (studenti che hanno raggiunto la cintura nera). Poche scuole permettono a tutti
i praticanti di indossarne uno, mentre alcune scuole permettono alle donne di indossarlo
molto prima degli uomini ( uesto è attribuibile al pudore delle donne, dato che il gi era
originariamente biancheria).
L'hakama ha sette pieghe, cinque davanti e due dietro, che hanno il seguente significato
simbolico:
1. Yu ki – coraggio, valore
2. Jin – umanità, benevolenza
3. Gi – giustizia, correttezza, integrità
4. Rei – etichetta, cortesia, civiltà (obbedienza)
5. Makoto – sincerità, onestà
6. Chu gi – fedeltà, devozione
7. Meiyo – onore, dignità prestigio
Oppure secondo la tesi delle 5 pieghe
CHU lealtà
KO pietà filiale
JIN umanità benevolenza
GI senso dell’onore
REI rispetto e gratiudine
E per le 7 pieghe si aggiunge
CHI saggezza conoscenza
SHIN sincerità
MAKOTO (cioè la piega dietro) è la verità e sincerità del comportamento
 
 
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irezumi l’arte dei tatuaggi giapponesi

 

Una delle mode Giapponesi per animali domestici:i “red panda” »

Irezumi: l’arte del tatuaggio giapponese

In Giapponese i tatuaggi vengono chiamati irezumi (入れ墨, 入墨, 文身, 剳青, 黥 or 刺青) ireru inserire sumi inchiostro nero) o horimono (horu inscrivere monoqualcosa).Il popolo giapponese aveva pensato di utilizzare i tatuaggi per entrambi scopi; decorativi e spirituali, la pratica prende piede dal periodo Jomon (~ 10000 aC).All’inizio del periodo Meiji il governo giapponese, volle tutelare la propria immagine e fare una buona impressione sugli Occidente, dichiarò di fatto fuorilegge i tatuaggi, gli irezumi quindi assunsero connotazioni di “criminalità”.Tuttavia, gli stranieri che si recarono in Giappone furono affascinatidalla certosina competenza degli artisti del tatuaggio iruzumi al punto che la tradizione continuò in segreto per trasmissione verbale.Sebbene in Giappone il tatuaggio irezumi è stato legalizzato dalle forze di occupazione nel 1945, ha conservato purtroppo l’immagine della criminalità. Nella tradizionale giapponese i tatuaggi irezumi sono spesso associati con la famigerata mafia giapponese nota come “Yakuza”. Molti luoghi in Giappone, come bagni pubblici, terme, centri benessere ancora hanno il divieto tassativo per clienti con tatuaggi, ricordatevelo se andate in Giappone! In Giappone il tradizionale irezumi è ancora fatta da un esperto artigiano tatuista, ma è un processo doloroso che richiede tempo ed è costoso . Un tipico irezumi tradizionale che ricopre il corpo (tatuaggi, che coprono le braccia, schiena, petto e la parte superiore delle gambe, ma lasciando un spazio non tatuato al centro del corpo) può richiedere 1-5 anni con una media di una volta per settimana per completare ed un costo di 25.000 euro.I più classici disegni del tatuaggio tradizionale giapponese sono:

 

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    • I Dragoni
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    • I Fiori di ciliegio, simbolo della trascendenza ed evanescenza della vita umana
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    • Fudomyo-O,versione giapponese della divinità buddhista Acalanatha, versione furiosa del Buddha
    • Kara-jishi, animale mitologico
    • Le carpe koi, simbolo di perseveranza e coraggio (fonte wiki) Per gli appassionati del genere consigliamo assolutamente due libri fantastici (in inglese) sugli irezumi:
      The Japanese Tattoo by Sandi Fellman (Author), D. M. Thomas (Introduction)
      Bushido : Legacies of the Japanese Tattoo by Takahiro Kitamura 

 

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il randori

Randori

Il randori è una forma di allenamento informale, ove l'attaccante o gli attaccanti sono liberi di fare quello che credono più opportuno, e lo stesso fa il difensore.

La parola ran in giapponese indica genericamente confusione, ma viene anche utilizzata spesso per definire dei periodi di guerre civili; infatti Aikira Kurosawa intitola Ran una delle sue opere più famose, in cui narra la lotta per il potere all'interno della famiglia degli Ikimonji.

Il randori dunque può essere una proficua forma di allenamento, ma può sconfinare quando male interpretato in una rissa senza regole.

Qui le regole verranno mantenute, poche e ci auguriamo chiare per tutti: nella sezione Randori del nostro sito si tratterà liberamente di ogni argomento che possa contribuire ad accrescere la conoscenza dell'arte, esplorando territori sconosciuti ma anche riscoprendo quelli domestici, avendo come unico filo conduttore il piacere della ricerca.

 

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il bokken storia

 

Il bokken (bo = legno ken = spada) è parte integrante della cultura, della tradizione e della storia del Giappone. Indubbiamente i primi abitanti del periodo neolitico del Sol Levante utilizzavano armi di legno con accessori di pietra. Anche dopo l’introduzione delle tecniche metallurgiche, armi di legno come bastoni, clave, lance, trovarono applicazione nelle battaglie dell’epoca. Fu grazie al diffondersi delle scuole e degli stili di combattimento del kenjitsu ryu che il bokken assunse un ruolo di grande importanza. Usare spade vere, negli allenamenti, era molto pericoloso e dispendioso e i vari ryuscoprirono che l’alternativa più valida e sicura era quella di usare una spada di legno accuratamente modellata e sagomata, per conferirle la somiglianza e la sensazione di una spada vera. Furono usati vari tipi di legno duro ma i preferiti furono la quercia rossa e bianca. Via via che i vari ryu approntavano i loro metodi e stili, i bokken subirono variazioni nella forma e nella fabbricazione. La storia del bokken fu profondamente influenzata dalle leggi dello Shogunato. I rappresentanti delle varie scuole di Kenjitsu verificavano l’efficacia delle loro tecniche in Shinken Shobu (duelli con le spade vere). Ciò, ovviamente, comportava la morte del perdente o, in alcuni casi, di entrambi i contendenti. Furono emanati quindi alcuni editti che proibivano lo Shinken Shobu. Il bokken fu il sostituto naturale del ken nei duelli e, sebbene non tagliasse, comunque provocava gravi danni e in alcuni casi anche la morte. Infatti, divenne un arma talmente efficace che alcuni samurai la preferivano addirittura all spada vera. Il famoso Myamoto Musahi vinse più di 60 duelli, molti dei quali usando un bokken contro armi reali. Cosi anche quest’arma fu vietata riservandone l’uso solo nei KATA. Nei duelli tra scuole fu usato lo shinai (spade formate da strisce di bambù tenute insieme da legacci di cuoio) che consentiva un certo margine di incolumità. Il primo shinai fu creato da Hikida Bungoro, seguace dello Shinkage, che nel periodo Edo (1600-1815) riprese e migliorò il fukuro (spada inventata dal m°Kamiizumi Hidestsuma formata da aste di bambù inserite in un involucro di cuoio). Successivamente lo shinai fu accoppiato a delle protezioni, la qualcosa avrebbe aperto la strada al Kendo. Nonostante sia uno strumento ideale per la pratica sportiva lo shinai non dà la piena sensazione di una spada vera, per cui i kata di Kendo sono eseguiti con il bokken. Quello che in genere si acquista è un bokken commerciale, utilizzato nelle grande maggioranza dagli allievi del Kendo e Aikido. Molte scuole classiche del Giappone utilizzano dei bokken che caratterizzano talmente il loro ryu da essere riconosciuti dalla forma del bokken stesso.

Il Katori Shinto ryu usa un bokken dal sori diritto e dal corpo grosso, con una punta (kissaki) priva di taglio.

Il Kashima Shinto ryu usa un bokken dal sori più ricurvo e una punta più aguzza.

Il Jikishinkage ryu usa un bokken diritto molto più pesante di uno normale

Lo Shinto Muso ryu do jojitsu usa un bokken con la punta cieca. Ciò è dovuto alla pericolosità delle tecniche, in quanto la punta spesso sfiora il viso del partner.

Lo Jikishinka ryu do naginata usa un bokken leggero e sottile, dal sori molto bello, che cerca di ricopiare l’eleganza delle spade della regione di Osafune.

Fare un buon bokken è cosa molto difficile. Conoscenza della tecnica, utilizzo di un ottimo legno, una buona levigatura e tanta concentrazione da rasentare la spiritualità sono condizioni indispensabili per la costruzione di un bokken degno di questo nome.

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