Nelle arti marziali, e in molte attività tradizionali giapponesi, si fa spesso riferimento al "vuoto mentale" o "non mente", è un concetto che affascina molti artisti marziali.
Ma come è possibile "non pensare"? Come è possibile "creare il vuoto mentale"?
Sono le domande che spesso ci si pone.
Molte delle più importanti invenzioni dell'uomo si sono risolte nei momenti di rilassamento mentale quando la mente, esausta, si abbandona nel meritato riposo. Come quando lo scienziato, dopo giorni di sofferti e faticosi calcoli, non arrivando alla soluzione del problema, alla sera si sdraia per riposare e, nel dormiveglia, di colpo si alza seduto sul letto: "eureka", "ho trovato".
Cosa è successo?
La sua mente si è liberata da tutti i calcoli e ragionamenti, si è vuotata, ed è affiorato dal subconscio l'intuito. Naturalmente la soluzione che deriva è sempre legata a informazioni precedentemente acquisite e immagazzinate nella mente. Solamente se questi dati sono stati assimilati con precisione la soluzione affiorerà.
Creare il vuoto significa non soffermarsi su un pensiero ma, come viene, lasciarlo passare.
l'immobile saggezza
Quando durante una lezione si prova una tecnica, il lavoro mentale, il ragionamento, sono importanti per individuare i concetti di esecuzione, abbiamo del tempo a disposizione per provare e riprovare ma, alla fine, per arrivare all'efficacia di un movimento di difesa dobbiamo sentire con il corpo.
Possiamo distinguere l'apprendimento attraverso due canali:
il corpo che impara dalla mente, la mente che impara dal corpo.
Nel primo caso è la mente che guida il corpo, nel secondo la mente segue il corpo.
La mente guida il corpo quando si deve eseguire un attacco (offesa), o ci si confronta in duello (una gara sportiva), ed è determinante la tattica acquisita negli allenamenti.
Il corpo guida la mente quando si subisce un attacco (difesa), solitamente improvviso, ed è qui che diviene importante il vuoto mentale, la tattica lascia il posto all'intuizione e all'istinto.
Per creare il vuoto bisogna ricercare l'unione
Se la mente è piena di ragionamenti e pregiudizi non sentirà il corpo.
Se il corpo è rigido non trasmetterà informazioni alla mente.
Per sentire il corpo dell'avversario bisogna unirsi con il suo e non cercare la separazione. Ed è questa la grande prerogativa dell'Aikido.
One thought on “la non mente”
ezioPubblicato in data5:52 pm - Dic 3, 2012
piu' che non mente
in palestra siamo dementi!!