monjiro per concludere…
E' la serie antesignana del genere (si veda a tal proposito Samurai, l’acuto più pulp del filone): un giustiziere solitario dagli occhi a mandorla percorre in lungo e in largo il paese vedicando i torti subiti. Monjiro (Atsuo Nakamura) si guadagna da vivere come gli capita, sfoggia un copricapo ridicolo di paglia (sembra un vaso da notte extralarge), è reduce da un’infanzia miserrima, appare taciturno e nichilista convinto; si anima solo quando deve menare le mani per proteggere qualcuno o quando mulina le gambette per legittima difesa. Il nostro non disdegna di rifilare colpi anche a quelle donne fuorilegge o samurai che gli intralciano il cammino (Nakamura è diventato in tal modo un idolo del pubblico femminile giapponese, pronto a sommergerlo di lettere di apprezzamento per la sua rettitudine senza pietà). Le sue gesta sono cadenzate dalle note di Chuji Kinoshita, mentre il tema musicale italiano è eseguito dai fratelli Balestra. Il telefilm ha incontrato non poche difficoltà: dapprima per la rottura del tendine di Achille di Nakamura sul set, poi per la bancarotta della casa di produzione Daiei Kyoto, tanto che tutto lo staff ha concluso le riprese senza stipendio. Nel 1977 si è tentato senza successo di creare un sequelcon l’inedito New Monjiro. Hideo Asano firma da produttore sul campo. Sasho Sasazawa è l’autore del romanzo dal quale è tratta la serie.