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Archivio mensile 22/07/2012

AMA le donne pescatrici

La vita delle Ama giapponesi, le donne pescatrici
By Laura On gennaio 25, 2011 · 1 Comment · In CULTURA & SCIENZA, ESTERI

di Alessia Cerantola

I caratteri che formano il loro nome significano donne del mare. I loro corpi si tuffano da oltre duemila anni nelle profondità delle acque giapponesi per pescare e raccogliere perle. Sono le ama, una mostra fotografica a San Fermo, in provincia di Torino, le ricorda (a Palazzo Bertalazone dal 28 gennaio fino al 26 febbraio).

Di loro si parla già nel Man’yoshu, la più antica raccolta di poesie giapponesi pervenutaci, e nel Makura no soshi, il romanzo di Sei Shonagon, dama di corte e scrittrice del periodo Heian (794-1185). Oggi, film e racconti continuano a ritrarre la loro affascinante figura e far conoscere una tradizione che sta lentamente cambiando e sparendo.

A parte una minima percentuale di uomini la professione di ama è sempre stata riservata alle donne perché si ritiene che il loro corpo abbia uno strato di grasso tale da permettere di sopportare meglio il freddo delle acque marine. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso l’equipaggiamento delle ama era essenziale, fatto di un perizoma (fundoshi) e di una bandana attorno alla testa (tenugui), e solo in tempi recenti si sono dotate di una muta per l’immersione. Un’innovazione che se da una parte ha permesso di tollerare tempi di immersione più prolungati, dall’altra ha spinto le cooperative di pescatori a regolamentare le ore in acqua consentite, per proteggere le risorse del mare: due ore di pesca al giorno, una al mattino e una al pomeriggio nel periodo primaverile, e il doppio in quello estivo. A seconda del tipo di pesca ci sono due tipi di ama, le oyogido, spesso principianti, che lavorano senza barca, vicino alle coste e si immergono fino a 2, 4 metri di profondità. E le funado che, accompagnando la barca, spesso del marito, si spingono al largo e fino a 25 metri di profondità, portando a casa i più ricchi pescati.

La loro vita fuori dall’acqua si concentra attorno alle amagoya, baracche in cui si ritrovano il mattino per preparare la giornata di lavoro, parlando tra loro, mangiando e controllando gli strumenti per la pesca. Ritornano qui anche dopo il lavoro per lavarsi, scaldarsi, e rilassarsi. Per sei mesi all’anno sono, così, libere dai doveri sociali e familiari che ci si aspetta da una donna giapponese, libere di condividere con altre donne la passione per il mare.

Oggi, delle circa 10mila pescatrici esistenti fino al periodo postbellico ne risultano solo duemila, secondo i dati del quotidiano giapponese Asahi Shimbun. La maggior parte ha 50, 60 anni, molte superano i 70 anni, poche sono le ventenni. In un incontro che si è tenuto lo scorso anno in Corea del sud tra pescatrici e ricercatori dei due paesi asiatici, qualcuno ha suggerito di inserire la pesca delle ama nella lista del patrimonio Unesco per tutelare tradizione e professione.

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il tao

Tao (道 letteralmente la Via o il Sentiero; traslitterazione pinyin: dào – in giapponese: dō), spesso tradotto come Il Principio, è uno dei principali concetti della filosofia cinese. È l'eterna, essenziale e fondamentale forza che scorre attraverso tutta la materia dell'Universo, vivente o meno. È solitamente associata al taoismo, ma anche il Confucianesimo fa riferimento a essa. Per dirla in una parola, il Tao "è".

Nella filosofia taoista tradizionale cinese, il Tao ha come funzione fondamentale quella di rappresentare l'universo. Quest'ultimo all'inizio del tempo era in un stato chiamato Wu Chi ( = assenza di differenziazioni/assenza di polarità). A un certo punto si formarono due polarità di segno diverso che rappresentano i principi fondamentali dell'universo:

    Yang il principio positivo,rappresentato in bianco.
    Yin il principio negativo,rappresentato in nero.

I due principi iniziarono subito a interagire, dando origine alla suprema polarità o T'ai Chi. Il simbolo da tutti conosciuto come Tao è il più famoso di molti simboli che rappresentano questa suprema polarità e che sono chiamati T'ai Chi T'u. È importante evidenziare che nella filosofia Taoista Yin e Yang non hanno alcun significato morale, come buono o cattivo, e sono considerati elementi di differenziazione complementari.

Per descrivere il Tao, si può usare la seguente analogia: immagina una persona che cammina su una strada, portando sulle spalle un fusto di bambù. Alle due estremità del bambù, sono appesi due secchi. I due secchi rappresentano lo yin e lo yang. Il bambù rappresenta il Tai Chi, l'entità che separa lo yin dallo yang. La strada è il Tao.
Ordine di scrittura

Il Tao può essere interpretato come una "risonanza" che risiede nello spazio vuoto lasciato dagli oggetti solidi. Allo stesso tempo, esso scorre attraverso gli oggetti dando loro le caratteristiche. Nel Tao Te Ching si dice che il Tao nutre tutte le cose, che crea una trama nel caos. La caratteristica propria di questa trama è una condizione di inappagabile desiderio, per cui i filosofi taoisti associano il Tao al cambiamento; le rappresentazioni artistiche che tentano di rappresentare il Tao sono caratterizzate da flussi.

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Ma funziona?

Quante volte ci siamo posti questa domanda immaginando di doverci difendere in una situazione reale di difesa? Bhe, qualcuno, in questo caso addirittura un principiante, ha applicato con successo quel che stava studiando. Possiamo sicuramente dire che, vista la situazione, ha avuto un gran "culo" oltre che un gran coraggio. Meditate gente, meditate.

Un dipendente della gelateria "Baskin Robbins Ice Cream", Gabe Sutherland di Portland Oregon, dopo aver studiato Aikido per solo tre mesi, ha reagito con un kotegaeshi su di un rapinatore mascherato che gli ha puntato una pistola al fianco. Sutherland ha detto, “ho reagito di istinto". E' riuscito a strappare di mano la pistola al rapinatore che a quel punto è fuggito dal negozio.

 

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Tokio la capitale

Tokyo

TokyoDire che fare un viaggio in Giappone equivale ad andare in un altro pianeta può sembrare pura retorica, ma è la realtà. Una volta arrivati a Tokyo, tutto ci mostra la lontananza, non solo fisica,  dal nostro mondo. Di solito, l’idea che abbiamo della megalopoli nipponica è quella fatta di strade immense, grattacieli infiniti, tantissima gente che corre ovunque, locali di karaoke, ecc.. Tutto vero, ma Tokyo è molto altro ancora. È un contenitore in cui coesistono forti contraddizioni – tradizione/modernità, gentilezza/freddezza, conformismo/anticonformismo,ecc. – fuse in maniera così armoniosa e levigata che non danno la sensazione di orribile accozzaglia che ne deriverebbe normalmente.

La città è popolata da circa 12,8 milioni di persone, ed è riconosciuta come la città più popolosa del Giappone, seguita da Osaka. Le fonti delle Nazioni Unite la considerano inoltre come il maggiore agglomerato urbano del mondo. Tokyo possiede infatti una suddivisione amministrativa del tutto particolare: è suddivisa in 23 quartieri speciali (ku), che includono Tōkyō City, e in altre tante 26 città (Shi), 5 paesi (machi) e 8 villaggi (Son o mura). I quartieri di Tokyo sono: Adachi, Aoyama, Arakawa, Bunkyo, Chiyoda, Chūō, Edogawa, Itabashi, Katsushika, Kita, Kōtō, Meguro, Minato, Nakano, Nerima, Ōta, Setagaya, Shibuya, Shinagawa, Shinjuku, Suginami, Sumida, Toshima e Taitō.

La Tokyo centrale si distingue per il quartiere di Ginza, cuore dello shopping della capitale. Vi si ammira una tipica architettura moderna ed edifici in stile inglese, venne infatti ricostruita nel 1872 dall'architetto inglese Thomas Water, dopo che un grosso incendio lo distrusse quasi completamente. Al suo interno vi troviamo il Palazzo Imperiale, il Palazzo della Dieta, il Teatro Kabuki-za, il santuario di Kanda Myojin e di Yasukuni, il mercato del pesce di Tsukji, tantissimi parchi e giardini, tra cuo i giardini del palazzo Hama e il parco di Shiba. Ad essi si aggiunge il recente Tokyo International Forum, uno dei palazzi più caratteristici dell'intera città.

L'antica Tokyo la troviamo a nord, nei quartieri settentrionali di Ueno e Asakusa, fulcro di quella che un tempo era lo storico periodo di Eno, che fu anche il nome antico della capitale. Al suo interno si ammirano in particolare il Tempio di Senso-ji e il Parco di Ueno, nel cui interno troviamo le maggiori attrazioni di Tokyo: la Pagoda di Ueno, il Santuario Tosho-gu, il Museo Nazionale di Tokyo.

La parte occidentale di Tokyo è la parte più moderna della capitale, quella in continuo cambiamento. Formata dai quartieri di Harajuku, Minami-Aoyama, Shinjuku, Shibuya, Roppongi, si distingue per il suo popolo giovanile, per i divertimenti notturni e per essere una delle aree più costose del mondo. Scarsi i siti storici: santuario di Meiji e Museo della Spada.

Così capita di imbattersi nella metropolitana di Tokyo in una signora che veste ancora il kimono e i geta (zoccoli tradizionali giapponesi), di stupirsi di fronte a un tempio di legno inghiottito fra due grattacieli, di inoltrarsi in giardini di estrema bellezza in posti inimmaginabili, di guardare uomini d’affari in giacca e cravatta che, concedendosi un attimo di pausa dal lavoro, si soffermano ad ammirare (e qualche volta fotografare) un ciliegio in fiore.

Tra i mezzi di trasporto di Tokyo l'ideale è muoversi in metropolitana. Di certo non è la più economica del mondo, ma ha una fitta rete che serve tutti i quartieri della città ed è collegata ad altre reti ferroviarie, permettendo di raggiungere anche le zone più periferiche. La metropolitana è anche il miglior osservatorio sociologico, un luogo in cui puoi davvero capire come sono gli abitanti della capitale giapponese. Infatti, lì nelle ore di punta (che praticamente si estendono a tutto l’arco della giornata) puoi trovare un ampio campionario di tipi umani: dal manovale al manager, dalla donna in carriera ai liceali in divisa. L’elemento che maggiormente colpisce addentrandosi all’interno di questo mondo trepidante e frenetico è il silenzio quasi assoluto: solo suoni di passi frettolosi e parole bisbigliate, niente fastidiosissime suonerie (sui treni o in stazione è vietato tenere i cellulari con la suoneria attivata, e tutti rispettano tale prescrizione),  niente chiacchiere e risate sguaiate. Un ambiente così ovattato  si concilia con le due passioni che i giapponesi costumano fare durante gli spostamenti in città: leggere o dormire. Leggono giornali, ma soprattutto libri, sempre provvisti di una copertina, scudo di protezione alla propria intimità dagli sguardi esterni.

C’è da rimanere impressionati dalla capacità dei pendolari di abbandonarsi ad un sonno profondo: si addormentano immediatamente nelle confortevoli poltroncine del vagone, svegliandosi un istante prima della propria fermata. Un sonno allenato, che aderisce perfettamente alla filosofia del guadagnare tempo, in una città come Tokyo dove tutto avviene freneticamente. Un’altra caratteristica di Edo (antico nome della città) è l’interesse per la cucina giapponese dei suoi abitanti e la stragrande quantità dei ristoranti di Tokyo: ogni venti metri (nelle zone più frequentate la distanza si riduce) è presente una caffetteria, un fast food, un ristorante o una bettola vecchio stile con le insegne di stoffa removibili e le porte minuscole. Si ha l’impressione che abbiano bisogno di sapere che non moriranno di fame e che troveranno sempre un posto che espone fedeli riproduzioni di cera delle pietanze che si possono gustare all’interno.  Nei grandi centri commerciali di Tokyo ci sono interi piani riservati alla ristorazione, i palinsesti televisivi sono pieni di programmi culinari o quelli di reality bizzarri, in cui degli individui gareggiano mangiando pietanze di dimensioni inumane, vagando da un ristorante all’altro.

Per chi non più è abituato alla cortesia, la gentilezza giapponese può apparire esagerata e finta. Forse in molti casi lo è, specialmente nei negozi dove commessi iperattivi danno incessantemente il benvenuto ai clienti. I loro gesti di disponibilità sono del tutto sinceri e dettati da un senso civico fortemente marcato. È facile trovare un passante che, vedendoci in difficoltà nel trovare un luogo (ricordiamo che a Tokyo non esistono indirizzi né numeri civici), abbia la premura di lasciare il suo percorso per accompagnarci e alla fine fare un inchino e lasciarci con la frase tipica di queste occasioni: Kiwo tsukete kudasai! (stai attento!).

Alle attrazioni turistiche di Tokyo abbiamo lasciato ampio spazio nella sezione dedicata alle attrazioni turistiche del Giappone. Sono talmente tante che è impossibile elencarle in una sola pagina. Non vi resta che andare a visitarle, per ora nelle pagine loro dedicate.

Insomma, usando le stesse parole dei giapponesi, Tokyo è una città sugoi, cioè terribile nelle due accezioni del termine: terribilmente incantevole e paurosamente inclemente. Una città spietata perché ti obbliga a ritmi serrati e a una corsa perenne, ma ti sa anche coccolare offrendoti svaghi, bellezza e servizi di alta qualità.

 

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STEVEN SEAGAL

Steven Seagal

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Steven Frederic Seagal

Steven Frederic Seagal (Lansing, 10 aprile 1952) è un artista marziale, attore, regista, produttore cinematografico e chitarrista statunitense.

Fa parte del gruppo di attori (Bruce Lee, Chuck Norris, Sonny Chiba, Jean Claude Van Damme, Jackie Chan), diventati famosi grazie alle loro abilità nel campo delle arti marziali. Cintura neraDan di Aikido, è stato il primo straniero ad aprire un dojo ad Osaka in Giappone.

Negli ultimi anni, Seagal si è dedicato anche all'attività musicale. È chitarrista di una band chiamata Thunderbox, ed ha composto finora due album in studio a suo nome. Dedica le sue attività anche come difensore dei diritti degli animali, e sostiene la causa del Dalai Lama Tenzin Gyatso per l'indipendenza tibetana come altri attori, quali Richard Gere, Harrison Ford, Barbra Streisand e Meg Ryan.

Biografia

Nato a Lansing nel Michigan il 10 aprile del 1952, si trasferì, all'età di 5 anni, con la sua famiglia a Fullerton in California. Sua madre Patricia Bitonti (1930-2003), calabrese nata a San Giovanni in Fiore,[1] (anche se altre fonti la considerano di origini irlandesi)[2] era un tecnico di medicina mentre suo padre, Samuel Steven Seagal (1928-1991), era un insegnante di matematica del liceo di origine ebraica[3]. Frequentò il Buena Liceo a Buena Park, California. Durante il periodo di studi per la sua laurea, Seagal svolse uno dei suoi primi lavori al locale Burger King.

Presumibilmente prima dei sette anni, Seagal cominciò a studiare le arti marziali sotto la direzione del karate di Shito-ryu rinomato principale Fumio Demura ed aikido sotto Rod Kobayashi, il Presidente della Federazione dello Stati Occidentali di Aikido. Si guadagnò cinture in aikido, judo e kendo e nella sua tarda adolescenza, Seagal divenne parte del Team Karate di Demura, dando dimostrazioni quotidiane nel primo Villaggio giapponese e Parco di Cervo, in California Meridionale. Fu promosso da Kobayashi-sensei a shodan in Cresta tibiale di Cresta tibiale Toitsu Aikido (un fatto narrato dall'ex-moglie Miyako Fujitani nel 1974).

Giappone

Nel 1971, dopo essersi laureato all'Orange Coast College, di Costa Mesa, California, Seagal si trasferì in Giappone con la fidanzata Miyako Fujitani, nativa giapponese, che più tardi sposerà, e visse con i suoceri che possedevano una scuola di Aikido. Secondo le sue dichiarazioni, lasciò l'America per fare una nuova esperienza di vita e non, come si è supposto, per evitare la cartolina di arruolamento per la guerra del Vietnam.

Durante questo soggiorno in Giappone, Seagal cambiò l'affiliazione dalla società Ki e Shin Shin Toitsu Aikido di Koichi Tohei all'Aikikai. Con il titolo di Maestro Take Shigemichi, Seagal fu il primo straniero a possedere ed a gestire un dojo di aikido in Giappone, l'Aikido Tenshin Dojo nella città di Osaka. Seagal afferma di aver combattuto contro la yakuza, la mafia giapponese, per i diritti dell'Aikido Tenshin Dojo, in quanto il padre di sua moglie lo perse giocando d'azzardo, ma la sua prima moglie Miyako Fujitani afferma che "è una bugia" e che lui "gridò a degli ubriachi, ma non lottò mai contro nessuno".

Malgrado varie persone credano che Steven Seagal sia stato allenato da Ōsensei Morihei Ueshiba, il fondatore dell'aikido, si tratta solo di supposizioni: in un libro del 2008 scritto da Vern e intitolato Seagology, l'attore afferma di averlo incontrato solo un paio di volte.

Ritorno negli Stati Uniti

Seagal inizialmente fece ritorno a Taos, Nuovo Messico con lo studente anziano, ed in seguito stuntman, Craig Dunn con cui aprì un dojo. Seagal non si interessò molto al dojo, infatti passava molto tempo cercando di diventare un attore. Dopo un secondo periodo in Giappone, nel 1983 ritornò negli USA con lo studente anziano Haruo Matsuoka. Insieme aprirono un dojo di aikido prima a Burbank, California, e poi a West Hollywood. Matsuoka diresse il dojo fino al 1997.

Durante questo periodo ci furono i primi contatti tra Seagal e il mondo di Hollywood. Iniziò lavorando come coordinatore per le arti marziali per The Challenge, in cui recitavano Scott Glenn e Toshirô Mifune, e nel 1983 Mai dire mai con Sean Connery.

In seguito Seagal divenne la guardia del corpo di personaggi famosi, come la futura moglie Kelly LeBrock e l'agente di Hollywood Michael Ovitz. Fu proprio Ovitz che, impressionato dall'abilità di Seagal, finanziò personalmente il provino con i dirigenti della Warner Bros., i quali, ugualmente impressionati, scritturarono Seagal per il suo primo film.

Carriera ad Hollywood

Gli anni novanta: gli anni dell'eroe d'azione

Nel 1988 Seagal iniziò a lavorare nel suo primo film, Nico, diretto da Andrew Davis. Il film fu un successo e Seagal interpretò altre tre pellicole, Duro da uccidere, Programmato per uccidere, e Giustizia a tutti i costi. Tutti e tre i film incassarono bene e fecero di lui un "action hero". Un maggiore successo lo raggiunse nel 1992 con il film Trappola in alto mare, nuovamente diretto da Andrew Davis, che fu un successo sia negli USA che all'estero, incassando in totale 156,4 milioni di dollari.[4]

Dopo il successo di Trappola in alto mare, Seagal debuttò alla regia nel 1994 con Sfida tra i ghiacci nel quale recitava con Michael Caine. Il film fu un disastro ai botteghini e le critiche furono universalmente negative, con una perdita stimata di 50 milioni di dollari.[5]

Per recuperare popolarità, girò nel 1995 Trappola sulle Montagne Rocciose, il seguito del suo film più famoso Trappola in alto mare e nel 1996 Delitti inquietanti. In quest'anno ebbe inoltre il suo primo ruolo da comprimario nel film con Kurt Russell Decisione critica. Nel 1997 fece il film ambientalista Fire Down Below – L'inferno sepolto nel quale recitava nel ruolo di un agente dell'EPA impegnato a lottare contro industriali senza scrupoli che seppellivano rifiuti tossici nelle colline del Kentucky. Il film fu un insuccesso commerciale e portò la Warner Bros a non rinnovargli il contratto in scadenza.

Gli anni dei film per la TV

Nel 1998 Seagal recitò in The Patriot, un altro thriller ecologista, il suo primo film uscito direttamente per la televisione negli Stati Uniti, anche se in altre parti del mondo uscì anche al cinema. Seagal produsse questo film usando i propri soldi e le scene furono girate presso la sua fattoria nel Montana.

Dopo aver prodotto nel 2000 Prince of Central Park, Seagal ritornò sugli schermi cinematografici nel 2001 con Ferite mortali. In questo film c'erano meno scene di arti marziali rispetto ai film precedenti ma fu comunque un successo, incassando in tutto il mondo quasi 80 milioni di dollari e sembrò poter rilanciare la carriera di Seagal, che per l'occasione si era sottoposto ad una dieta molto rigida. I due film successivi Ticker del 2001 e Infiltrato speciale del 2002 furono entrambi insuccessi sia dal punto di vista commerciale che della critica.

Fino a maggio 2008 tutti i film che Seagal ha fatto a partire dal 2003 sono usciti direttamente in TV negli USA mentre in altre parti del mondo sono usciti anche al cinema, con incassi comunque deludenti. Anche se Seagal è accreditato come produttore, e a volte come scrittore, in molti di questi film, non è chiaro quanto profondamente sia coinvolto nella produzione: spesso la voce è doppiata da un altro attore, come in Attack force – La morte negli occhi, e una controfigura è utilizzata in tutte le scene in cui la sua faccia non è chiaramente visibile, come in Black Dawn – Tempesta di fuoco, Belly of the Beast, Out of reach e Submerged. Questo è attribuito al fatto che negli ultimi anni Seagal è ingrassato notevolmente, molti registi non credono più nelle sue capacità ed anche il pubblico, ormai di un'altra generazione, non è interessato al suo genere di film.

La regia e le critiche

  « Al suo confronto, in termini di recitazione, Chuck Norris sembra Laurence Olivier »
 

Seagal vuole che i suoi film vengano ricordati: "Spero di essere ricordato un giorno come un grande scrittore e attore piuttosto che come un sex symbol."[6]

Seagal ha spiegato lo scopo dei suoi film: "Nico era un film politicamente impegnato. Sfida tra i ghiacci era un film ecologista; voglio continuare a fare film come questi: pieni di intrattenimento ma che portano la gente a riflettere".[7]

Seagal ha prodotto molti dei film in cui recita ed ha anche partecipato alla scrittura e alla regia. I ruoli interpretati da Seagal non rientrano nell'archetipo dell'"action hero" in quanto, solitamente, nascono perfetti, senza alcun difetto caratteriale e non c'è nessuno sviluppo del personaggio. I ruoli che interpreta spesso possiedono caratteristiche solitamente attribuite ai "cattivi": fanno parte di associazioni governative segrete (Trappola in alto mare), sono molto ricchi ed hanno legami di alto livello con le società (Sfida tra i ghiacci), hanno una conoscenza della biochimica di alto livello (The patriot). I suoi personaggi sono invincibili e non possono essere né battuti né rallentati.

Pare che Seagal stesso voglia questo tipo di ruoli. Nel film Decisione critica, il suo personaggio doveva morire; quando il regista Stuart Baird insistette perché Seagal seguisse il copione, Seagal divenne quasi isterico e si rifiutò di girare per qualche giorno, cambiando idea solo dopo che gli fu minacciata la rescissione del contratto.

L'accusa maggiore, fatta a Seagal da altri attori ma anche da diversi fan, è sempre stata quella di essere un attore privo di emozioni ed espressioni, incapace di recitare, bravo solo a rompere gli arti ed a fare lo sbruffone filosofico ed assassino; inoltre, di essere ripetitivo in molte pellicole e risultare addirittura odioso, poiché il suo personaggio emerge essere più crudele e spietato dei cattivi stessi.

Di certo non hanno giovato a Seagal il suo carattere e certi suoi atteggiamenti durante il periodo di maggior successo. Tommy Lee Jones, finite le riprese di Trappola in alto mare, dichiarò che non avrebbe lavorato più con Seagal. Colm Feore, raffinato attore Irlandese che nel film interpretava uno dei cattivi, lo ha definito “Il peggior attore al mondo”. Nonostante ciò la sua performance in Nico, gli ha fatto ottenere le lodi di persone come Roger Ebert.[8] Altri hanno ipotizzato che l'approccio non ortodosso di Seagal ai film non sia altro che una barzelletta molto elaborata.[9] Questa ipotesi è sostenuta da questa dichiarazione di Seagal a proposito dello humor: "Sono una persona molto divertente, se posso permettermi di dirlo. Quando facevo Delitti inquietanti con Keenan Ivory Wayans, lui ed io parlavamo di chi fosse il più divertente, e…io lo prendevo a calci tutti i giorni."[10] Inoltre alcune delle parodie che Seagal fa di sé stesso confermano questa teoria.[11]

Seagal è stato candidato nel 2002 all'ironico premio Razzie Awards nella categoria peggior attore protagonista per il film Infiltrato speciale, ed è risultato vincitore del premio al peggior regista nel 1994 per Sfida tra i ghiacci.

Altri impegni

Seagal è un incisore e chitarrista ed è il fondatore di Steven Seagal Enterprises.

Lo spiritualismo e il dramma del Buddismo svolgono un importante ruolo nella vita di Seagal. Egli è stato riconosciuto dal lama tibetana Penor Rinpoche come un Tulku reincarnato. Secondo Seagal in un'intervista del novembre 2006: "Io nascevo molto diverso, chiaroveggente ed un guaritore".[12]

Seagal è anche un cantante e chitarrista; nel 2005 ha pubblicato a suo nome Songs from the Crystal Cave, il suo primo album in studio che presenta sonorità pop, blues e world. Al disco hanno partecipato come ospiti Stevie Wonder, Tony Rebel, Lt. Stichie e Lady Saw. La colonna sonora del film Into the Sun (con protagonista Seagal stesso) è composta da canzoni di questo album. Nel 2006, Steven dà vita ad un secondo lavoro discografico, Mojo Priest, e nello stesso anno ha effettuato una tournée in Stati Uniti e Europa con la sua nuova band, i Thunderbox.

Seagal è attualmente un agente di polizia della sua comunità di casa di Jefferson Parish, in Louisiana.

A novembre 2008 la A&E annunciò che avevano cominciato a girare il film di Steven Seagal Uomo di legge, un reality-show nel quale veniva seguita la sua attività lavorativa. Seagal affermò che "io ho deciso di lavorare con la A&E su questa serie perché credo che sia importante mostrare alla nazione tutta l'essenza del lavoro positivo, avendo portato a termine il mio qui in Louisiana".

La Steven Seagal Enterprises commercia una bibita energetica nota come: "Steven Seagal's Lightning Bolt", ossia "Fulmine lucente di Steven Seagal", così come una linea di oli omeopatici. Seagal pubblicizza personalmente questa bibita: "io ho girato il Mondo per creare questa bibita; nessuno lo sa meglio di me.". Egli ha fatto anche chiamare il suo dopobarba personale "Profumo di Azione". Seagal produce Coltelli di Kershaw. "L'Edizione Steven Seagal" sono coltelli costituiti da lame di circa 10 cm (4 pollici) con la sua firma incisa e nessun meccanismo di apertura automatica. Seagal ha investito anche in ricerca e sviluppo.

Attivista

Seagal è anche noto come ambientalista e attivista per i diritti degli animali; come altri attori – tra cui Richard Gere – è un sostenitore di Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama e della causa dell'indipendenza tibetana.

L'attore è stato un chiaro oppositore delle crudeltà sugli animali; tale tendenza può essere osservata in una scena nel film Giustizia a tutti i costi ed è costante nei suoi punti di vista sulla spiritualità, in accordo con la sua visione di ambientalista (come messo in mostra in Su terra mortale). Seagal crede nella reincarnazione: "Quando io cammino in una stanza delle persone vedono un cane, delle persone vedono una vacca. Io sono tutto di quello che loro vedono. È la loro percezione.".

Ha lavorato assieme alla People for the Ethical Treatment of Animals per scoraggiare l'uso delle pellicce, e ha scritto al Primo Ministro dell'India per la creazione di più leggi in favore delle vacche. Seagal lavorò efficacemente salvando cani destinati ad affogare in Taiwan.

L'attore è anche difensore degli interessi e dei diritti dei Nativi Americani (il padre di Seagal era per metà Choctaw). Ha prestato volontariamente la sua voce come narratore ad un progetto attivista: il video del lago Medicine.

Vita privata

Seagal nel 2008

Unico figlio maschio, Seagal ha tre sorelle, una più grande e due più giovani. È proprietario di un ranch in Colorado e di una casa nella zona del Canyon di Mandeville di Brentwood, un sobborgo ricco di Los Angeles. Ha adottato molti animali dai ricoveri, incluso i gatti Sylvester ed Apertura, ed i cani Arcigno, Cole, Tyson, Piccolo villaggio, e Caos. Viaggia avanti ed indietro dalla sua casa in Eads, Tennessee, un'area di unincorporated rurale appena localizzata ad est di Memphis.

L'attore si è sposato quattro volte:

  • Miyako Fujitani (1975–1986) (divorziato), dalla quale ha avuto 2 figli,
  • Adrienne La Russa (1984-1987) (annullato),
  • Kelly LeBrock (1987–1996) (divorziato), dalla quale ha avuto 3 figli.
  • Erdenetuya Batsukh (2009-presente), dalla quale ha avuto 1 figlio.

Quando lasciò la prima moglie, Miyako Fujitani, per ritornare in America (a quanto riferito, le ultime parole di Steven per la consorte furono: "Sei pazza! Io voglio il divorzio!"), si sposò con l'attrice Adrienne La Russa, nonostante la pratica di divorzio da Fujitani non fosse stata perfezionata. Mentre era sposato con La Russa conobbe l'attrice e modella Kelly LeBrock, con la quale iniziò una relazione e che rimase incinta. Quando questo fatto divenne noto, il matrimonio di Seagal con La Russa fu annullato e lui sposò la LeBrock il 5 settembre 1987. Nel 1994, LeBrock indicò nei documenti di richiesta di divorzio, come motivo, "differenze inconciliabili". In questa occasione emerse che Seagal aveva una relazione con Arissa Wolf assunta come bambinaia per i loro figli.

Seagal è attualmente sposato con Erdenetuya Batsukh (mong. Эрдэнэтуяа Батсүх), meglio conosciuta come Elle, con la quale ha avuto un figlio di nome Kunzang.[13] Elle è originaria della Mongolia.[14] Si è allenata nel ballo sin dalla tenera età presso il Palazzo dei Bambini a Ulaanbaatar in Mongolia. Dopo il diploma presso la scuola superiore, ha seguito la carriera come ballerina professionista. Vinse numerosi concorsi di danza e fu considerata la miglior ballerina della Mongolia. Erdenetuya conobbe Seagal durante la sua visita in Mongolia nel 2001, quando lo affiancò in qualità di interprete.

Seagal ha avuto sei figli dalle tre relazioni avute. Con la Fujitani ha avuto un figlio, il modello ed attore Kentaro Seagal (nato il 3 ottobre 1975) ed una figlia, la produttrice ed attrice Ayako Fujitani (nata il 5 dicembre 1979). Dal matrimonio con LeBrock sono nati Annaliza (1987), Arissa (1993) ed il figlio Dominic (1990). Dall'unione tra Arissa Wolf e l'attore è nata una figlia, Savannah (1996).

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una lettura estiva

"Samurai" di Leonardo Vittorio Arena

questo libro che ho nella mia biblioteca è un ottima lettura storica della vita dei samurai, vi consiglio di acquistarlo

e approfondirete la Vostra cultura, buona lettura da Ovo-san

 

Leonardo Vittorio Arena, nel suo "Samurai, ascesa e declino di una grande casta di guerrieri", cerca di far capire al lettore cosa sia significata la figura del samurai per il Giappone, ripercorrendo le gesta dei più grandi samurai della storia, da Yoshitsune a Saigo Takamori (l'ultimo samurai), passando per i più celebri Oda Nobunaga, Tokugawa Ieyasu e Musashi ed esplorando, per quanto possibile, il loro privato e il loro modo di rapportarsi alla spiritualità.
E' una dimostrazione di come la figura tramandataci del temibile guerriero sanguinario,prigioniero dell'onore e dei doveri feudali, spesso fosse accompagnata da quella del poeta-filosofo e che atti che noi considereremo brutali,come la decapitazione, in un mondo diverso dal nostro fossero interpretati come atti di pietà se non addirittura di onore.
Ci spiega la solennità della cerimonia del té, che meglio di altre situazioni dimostra come nel samurai esista un culto per la perfezione, ed il potere che, una figura come il maestro del té (in occidente sarebbe accomunabile a un cameriere) poteva esercitare nei confronti del Daimyo, una figura come il maestro del té,
"Samurai" è un viaggio nel mondo del Bushido, il codice di comportamento dei samurai, che tanto ha condizionato il modo di pensare giapponese dal primo shogunato Kamakura (1185-1333) fino alla seconda guerra mondiale, quando è stato creato il corpo dei Kamikaze.
Un libro estremamente interessante e molto ben scritto, con un alternanza tra cronaca e prosa che consiglio vivamente a chi sia affascinato dalla cultura orientale.

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Enso

Mentre stavo cercando un kanji che mi si addicesse ho trovato questo "Enso" che offre molti spunti di riflessione. mi sa che lo inserisco su una versione su file della maglietta con un Enso e il logo della palestra. 

Nella pittura Buddhista Zen, Enso simboleggia un momento in cui la mente è libera di lasciare che l'insieme corpo-spirito sia creativo.
La pennellata d'inchiostro che disegna il cerchio viene tracciata su seta o carta di riso in un unico gesto, senza alcuna possibilità di cambiamento o correzione: mostra quindi l'espressivo movimento dello spirito, in quel preciso momento.

Nel Buddhismo Zen, quindi, si pensa che il carattere dell'artista e la sua indole siano pienamente rivelati dal modo in cui disegna un Enso. Solo una persona che è mentalmente e spiritualmente completa può disegnare un vero Ensō. Alcuni artisti praticano il disegno quotidiano di Enso, non solo come esercizio ma pure come diario spirituale.

Ensō (円相) in giapponese significa cerchio.
E' il soggetto più comune della calligrafia giapponese, simboleggia l'illuminazione, la forza, l'universo.
Alcuni lo disegnano con un'apertura nel cerchio, mentre altri lo chiudono. L'apertura potrebbe simboleggiare che questo cerchio non è separato dal resto delle cose, ma fa parte di qualcosa di più grande.
L'Ensō è simbolo sacro nel Buddhismo Zen ed è spesso usato dai maestri come firma nelle loro opere.
L'arte Zen resta una tradizione viva ancora oggi, pur avendo forti e profonde radici nel passato.
L'Enso è metafora dello Zen assoluto, la vera natura dell'esistenza e dell'illuminazione, si tratta di un simbolo che unisce il visibile e il nascosto, il semplice e il profondo, il vuoto e il pieno. Come espressione di infinito ha collegamenti con il lemniscata occidentale (immagine a sinistra) che simboleggia, appunto, questo concetto

Come già accennato può essere dipinto in modo che vi sia una leggera apertura in qualche parte del cerchio, mostrando che non si contiene in sè, ma che si apre all'infinito.

Quindi non solo un semplice cerchio disegnato con un'unica, ampia, pennellata, ma il simbolo dell'infinito, vuoto, la 'non-cosa', il perfetto stato meditativo Satori (l'esperienza del risveglio, inteso in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto dell'osservazione).

 

Nel 1707, un giovane monaco di nome Hakuin si commosse alla vista della grezza calligrafia di un vecchio maestro Zen. Si rese conto che al confronto le sue pennallate, anche se sembravano più nette e lucide, non riflettevano la stessa realizzazione interiore di quelle del vecchio monaco. Comprese, quindi, che:

"La virtù splende, l'abilità non è importante".

Per questo raddoppiò i suoi sforzi nella pratica Zen per altri quarant'anni. La sua arte così nacque da anni di disciplina e meditazione, dalla lunga ricerca del risveglio e dell'illuminazione.

 

Un giorno un samurai andò dal maestro spirituale Hakuin e chiese:
"Esiste un inferno? Esiste un paradiso? Se esistono da dove si entra?".
Era un semplice guerriero. I guerrieri sono privi di astuzia nelle mente.
I guerrieri conoscono solo due cose: la vita e la morte.
Il samurai non era venuto per imparare una dottrina, voleva sapere dov'erano le porte, per evitare l'inferno ed entrare in paradiso.
Hakuin chiese: "Chi sei tu?". Il guerriero rispose: "Sono un samurai".
In Giappone essere un samurai è motivo di grande orgoglio. Significa essere un guerriero perfetto. Uno che non esiterebbe un attimo a dare la vita."Sono un grande guerriero, anche l'imperatore mi rispetta".
Hakuin rise e disse:"Tu, un samurai? Sembri un mendicante!"
L'uomo si sentì ferito nell'orgoglio. Sfoderò la spada, con l'intenzione di
uccidere Hakuin.
Il maestro rise: "Questa è la porta dell'inferno – disse – con questa spada, con questa collera, con questo ego, si apre quella porta".
Questo un guerriero lo può comprendere, così il samurai rinfoderò la spada… e Hakuin disse: "Qui si apre la porta del paradiso".
L'inferno e il paradiso sono dentro di te. Entrambe le porte sono in te.
Quando ti comporti in modo inconsapevole, si apre la porta dell'inferno;
quando sei attento e consapevole, si apre la porta del paradiso.
La mente è sia paradiso che l'inferno, perchè la mente ha la capacità di
diventare sia l'uno che l'altro. Ma la gente continua a pensare che tutto esista in un luogo imprecisato all'esterno…

 

L'Enso non ha regole formali: può essere perfettamente simmetrico o completamente sbilanciato, tracciato con pennellata sottilie e delicata o spessa e massiccia.
La maggior parte dei dipinti hanno una scritta di accompagnamento, che propone allo spettatore un "suggerimento" per quanto riguarda il senso ultimo di un cerchio Zen.

I tipi principali di Enso sono:
(1) Enso specchio: un semplice cerchio, libero di una iscrizione di accompagnamento, lasciando tutto alla comprensione dello spettatore.

(2) Enso Universo: un cerchio che rappresenta il cosmo (anche la fisica moderna, postula una curva spazio).
(3) Enso Luna: la luna piena, chiara e luminosa, in silenzio, illumina tutti gli esseri, senza discriminazioni, simboleggia l'illuminazione buddhista.
(4) Zero Enso: oltre ad essere curvo, il tempo e lo spazio sono "vuoti", ma danno vita alla pienezza dell'esistenza.
(5) Enso Ruota: tutto è soggetto a modifiche, tutta la vita gira in tondo.
(6) Enso torta dolce: i cerchi Zen sono profondi, ma non sono astratti, e quando l'illuminazione e gli atti della vita quotidiana come "sorseggiare tè mangiando dolci di riso" sono la stessa cosa, questo è il vero Buddhismo.
(7) Enso "Che cosa è questo?": è la scritta usata più frequentemente, è metafora di: "Non lasciare che gli altri ti riempiano la testa con le teorie sullo Zen; scopri il significato da te!"

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EDO l’antica capitale

Edo

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Utagawa Hiroshige,Il ponte di Yatsumi a Edo (1857 circa)

Edo (江戸) era una città del Giappone, corrispondente all'odierna Tōkyō (la capitale nipponica).

Dapprima Edo era una piccola città costiera , nel mondo di Baccalandia . Un daimyō (signore feudale, lett. "grande nome"), Ōta Dōkan 太田道灌, ne fece una cittadella nel 1457. Così facendo fondò la nuova capitale del suo territorio (la regione di Tokai).

Lo shōgun ("signore della guerra") portò di fatto la capitale a Edo durante il periodo Tokugawa (16031853).

In questo periodo, noto anche come "Periodo Edo", lo shōgun teneva corte a Edo, nel castello Chiyoda (Chiyoda jō 千代田城). Sebbene la capitale ufficiale rimase Kyōto, che era la residenza dell'imperatore, Edo in quest'epoca divenne la più grande città del Giappone.

Nel Periodo Edo la maggior parte delle influenze occidentali furono escluse dal Giappone.

All'inizio dell'era Meiji (1868), l'imperatore si trasferì a Edo, che venne rinominata Tōkyō.

Il periodo Edo è noto per la sua arte caratteristica, comprese soprattutto le famose stampe a colori, per esempio quelle di Hiroshige.

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Edo sul finire del periodo omonimo, fotografata da Felice Beato nel 1865 o 1866.

 

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Minamoto No Yoritomo

Minamoto no Yoritomo

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"Ritratto di Yoritomo", copia dell'originale del 1179, attribuito a Fujiwara no Takanobu.

Minamoto no Yoritomo (源 頼朝?) (9 maggio 11479 febbraio 1199) è stato un militare giapponese. Nel 1192 ricevette il titolo di shōgun e fondò il primo bakufu della storia del Giappone, noto come shogunato Kamakura dal nome della sua capitale, la città di Kamakura.

Dalla nascita all'esilio

Minamoto no Yoritomo era il terzo figlio di Minamoto no Yoshitomo, erede del clan Minamoto, e della sua moglie ufficiale, Fujiwara no Saneori, discendente dell'illustre clan Fujiwara; nacque a Heian (odierna Kyōto), allora capitale del Giappone. All'epoca suo nonno, Minamoto no Tameyoshi, era il capofamiglia del clan Minamoto.

Nel 1156, le divisioni in fazioni della corte scoppiarono in una vera e propria guerra civile; l'Imperatore claustrale Toba e suo figlio Go-Shirakawa si schierarono con il figlio del reggente Fujiwara no Tadazane, Fujiwara no Tadamichi, e con Taira no Kiyomori (membro dell'influente clan Taira), mentre l'Imperatore claustrale Sutoku si schierò con il figlio minore di Tadazane, Fujiwara no Yorinaga; la guerra fu chiamata Ribellione di Hōgen. Il clan Minamoto era diviso; Tameyoshi, il capofamiglia, si schierò con l'Imperatore claustrale Sutoku, mentre suo figlio Yoshitomo, padre di Yoritomo, si schierò con l'Imperatore claustrale Toba e con l'Imperatore Go-Shirakawa. Alla fine, i seguaci dell'Imperatore Go-Shirakawa vinsero la guerra civile, e l'Imperatore Sutoku fu messo agli arresti domiciliari. Yorinaga era stato gravemente ferito in battaglia, e Tameyoshi fu condannato a morte, nonostante l'intervento in suo favore di Yoshitomo. Yoshitomo divenne così il capofamiglia, e Yoritomo l'erede del clan. Essendo Yoritomo imparentato sia con l'imperatore (da parte di padre) sia con i Fujiwara (da parte di madre), ricevette i suoi primi incarichi a corte e fu nominato amministratore.

La pace non durò a lungo, perché Kiyomori e Yoshitomo, i vincitori della precedente guerra, cominciarono a discutere e alla fine i due clan entrarono in guerra: i Taira sostenevano Imperatore Takakura, figlio di Go-Shirakawa, ed avevano il sostegno di Fujiwara no Nobuyori, mentre i Minamoto sostenevano l'ormai claustrale Imperatore Go-Shirakawa ed avevano il sostegno di Fujiwara no Tadamichi e Fujiwara no Michinori (il clan Fujiwara era quindi diviso); la guerra fu chiamata Ribellione di Heiji. I Minamoto non erano adeguatamente preparati, e i Taira occuparono Kyōto; Michinori e Tadamichi furono condannati a morte e il palazzo dell'Imperatore claustrale Go-Shirakawa fu messo a fuoco dai Taira.

Yoritomo si ritrovò così nuovo capofamiglia del clan Minamoto, esule a Hirugashima, un'isola della provincia di Izu nel Kantō, all'epoca sotto il controllo del clan Hōjō. I Taira erano ormai i samurai più potenti del Giappone; Yoritomo fu lasciato in vita grazie a sua madre. Minamoto no Yoshitsune, un fratellastro, fu esiliato al tempio di Kurama. Yoritomo crebbe quindi in esilio. Nel 1179, sposò Hōjō Masako, figlia di Hōjō Tokimasa: il matrimonio aveva anche una chiara valenza politica, poiché Yoritomo avrebbe potuto contare sugli Hōjō in caso di guerra.

La guerra di Genpei

Tomba di Yoritomo a Kamakura.

Nel 1180 Yoritomo raccolse un grande esercito per affrontare i Taira, ma poi, per un breve periodo fu costretto a trattare con loro. Quando venne a sapere che il cugino Yoshinaka tramava contro di lui, lo sconfisse e uccise ad Awazu, con l' aiuto del fratello Yoshitsune.

Nella sua prima grande battaglia, quella di Ishibashiyama, Yoritomo fu sconfitto, indebolendo la sua posizione nei confrontidei rivali; fino al 1184, grazie agli screzi interni alla corte dominata dai Taira, riuscì però a consolidare la sua autorità sull'aristocrazia guerriera del Kantō e ebbe modo di costruire una propria struttura amministrativa, centrata nella sua fortezza di Kamakura. Alla fine ebbe ragione dei suoi rivali nel clan, e nella battaglia di Dan-no-ura nel 1185 impresse ai Taira una terribile sconfitta.

Ormai senza rivali, Yoritomo estese la sua struttura amministrativa a tutto il Paese, rendendo di fatto Kamakura la nuova capitale; nel nuovo sistema feudale la casta aristocratico-guerriera dei samurai ottenne l'egemonia che avrebbe mantenuto fino alla metà del XIX secolo. Sette anni dopo, l'Imperatore Go-Toba gli concesse il titolo di shōgun, ufficializzando la sua posizione e dando inizio al bakufu (shogunato, ovvero il governo dello shōgun).

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IEYASU TOKUGAWA il macchiavelli nipponico

 

tratto da tuttogiappone.it

 

 

La vita di
Tokugawa Ieyasu

di Cristiano Suriani

Tokugawa IeyasuTokugawa Ieyasu è senza dubbio uno dei personaggi più famosi della storia del Giappone.
Agli inizi del XVI secolo il Giappone era diviso in una miriadi di clan ognuno dei quali governava su una fetta di territorio. Tokugawa riuscì a riunificare e a pacificare il Giappone e a porlo sotto l'autorità dello shogun che di fatto rappresentava il supremo capo politico e militare del paese; la figura dell'imperatore era più che altro simbolica e sarebbe stato così fino al XIX secolo. Diede inizio ad una dinastia che avrebbe detenuto lo shogunato per 250 anni e che avrebbe segnato molto profondamente la cultura, la società e la storia del paese del Sol Levante. 

I clan del Mitsudaira, famiglia di cui Ieyasu era originario, governava la provincia di Mikawa che oggi corrisponde alla parte orientale della prefettura di Aichi, più o meno nel centro dell'isola di Honshu.
Il protagonista dell'articolo nacque, quindi, con il nome di Matsudaira Takechiyo, il 31 Gennaio del 1543. In quel periodo due erano le famiglie più potenti di quell'area: gli Oda e gli Imagawa e il clan Matsudaira era indeciso su quale dei due mettersi al servizio; rimanere indipendenti, data la potenza dei vicini, non aveva senso.
Hirodata – padre di Takechiyo -, il capo della famiglia, scelse il clan degli Imagawa anche se all'interno dei Mitsudaria la sua scelta non aveva l'unanimità dei consensi. 
Nel 1548 gli Oda invasero il Mikava e Hirodata chiese aiuto a Imagawa Yoshimoto il quale acconsentì a patto che Takechiyo fosse mandato a Sumpu, la sua capitale, in qualità di ostaggio.
Il convoglio che doveva trasportare Takechiyo a Sumpu, venne intercettato da Oda Nobuhide che catturò il figlio di Hirodata e lo rinchiuse nel castello di Kowatari. Come era prevedibile, Oda si servì del prigioniero per fare pressioni sul padre affinchè cessasse ogni legame con gli Imagawa. Hirodata rifiutò, ma il figlio non venne ucciso.
Nell'anno successivo morirono sia Mitsudaria Hirodata che Oda Nobuhide e Yoshimoto ne approfittò per attaccare il castello con un esercito guidato dal fratello Sessai
Ora, alla guida del clan degli Oda, c'era Nobuhiro che venne però catturato insieme al suo castello che Sessai si impegnò a restituire a patto che Takechiyo fosse liberato. Takechiyo venne effettivamente liberato e tornò a Sumpu dove visse per vari anni.

 

Raggiunta la maggiore età, Takechiyo, cambiò il suo nome è divenne Matsudaira Motoyasu. Ritornò nel Mikawa e, secondo le richieste degli Imagawa, di cui i Matsudaira erano vassalli, si impegnò a combattere gli Oda guidati dal nuovo capo Nobunaga.
Passarono pochi anni e i Matsudaira, una volta sconfitti gli Oda, cominciarono a chiedere maggiore autonomia dagli Imagawa. Presto tra i due clan ci fu una guerra e, nella battaglia di Okehazama nella quale gli Imagawa vennero sconfitti, Yoshimoto trovò la morte.
Motoyasu si alleò di nuovo segretamente con gli Oda, sconfisse definitivamente gli Imagawa e si affrancò così dalla loro tutela.
Negli anni successivi si dedicò agli affari della famiglia e della sua provincia dove stroncò sul nascere una ribellione militare.
Nel 1567 fece richiesta all'Imperatore Ogimachi di poter cambiare il nome in Tokugawa Ieyasu e la richiesta venne accolta. E' chiaro che Ieyasu voleva avvalorare l'ipotesi che la sua famiglia avesse legami di parentela con quella dell'imperatore.
Sistemati gli Imagawa, che divennero vassalli dei Tokugawa, ecco arrivare i Takeda con i quali, dopo una breve alleanza, il ricorso alle armi divenne inevitabile. Quindi, nel 1571, i Takeda attaccarono e Takeda Shingen vinse la battaglia di Mikatagahara. Fortunatamente per Ieyasu, Shingen morì l'anno successivo e venne sostituito dal figlio Katsuyori che però non si rivelò all'altezza del padre.
Il 28 Giugno 1575 gli eserciti alleati dei Tokugawa e degli Oda, inflissero una devastante sconfitta ai Takeda.
Quattro anni più tardi la moglie e il figlio di Ieyasu vennero accusati di aver complottato contro Nobunaga, in combutta con Katsuyori; la moglie venne decapitata e il figlio costretto al seppuku, il suicidio rituale.
Eliminati definitivamente i Takeda con un'altra vittoria nel 1582, aiutò il clan Oda nel loro tentativo di riunificare l'intero Giappone.
Alla fine di quell'anno, un colpo di scena; Obu Nobunaga venne assassinato da Mitsuhide Akechi. Ieyasu, temendo di fare la stessa fine, si ritirò nel Mikawa non rinunciando però a conquistare parte del territorio degli Oda.
E' a questo punto che fa la sua comparsa un altro fondamentale personaggio della storia del Giappone: Toyotomi Hideyoshi.

Siamo nel 1583 e a contendersi il dominio sull'intero paese, erano rimasti Toyotomi Hideyoshi e Shibata Katsuie con Ieyasu Tokugawa che, inizialmente, mantenne una posizione neutrale.
Nella battaglia di Shizugatake Shibata venne sconfitto e Toyotomi rimase così il padrone incontrastato del Giappone ormai riunificato sotto il suo controllo.
I Tokugawa quindi si allearono con gli Oda nella speranza di provocare in battaglia i potenti Toyotomi, ma gli Oda presto cambiarono campo e finirono sotto l'egemonia del clan dei Toyotomi.
Nel 1585 Ieyasu e Hideyoshi stabilirono una tregua e, cinque anni più tardi, ritroviamo i due attaccare il clan degli Hojo che vennero sconfitti e annessi alle terre dei Toyotomi.
A seguito dell'alleanza tra i Tokugawa e i Toyotomi, avvenne uno scambio di territori Ieyasu cedette le provincie di Mikawa, Totomi, Suruga, Shinano e Kai. Come conseguenza Ieyasu spostò la sua base operativa e si insediò nel castello di Edo.

Due anni più tardi Hideyoshi si imbarcò in una spedizione in terra straniera e precisamente invase la Corea; il suo scopo finale era quello di attaccare la Cina e l'India.
L'avventura non ebbe molto successo; nonostante i giapponesi fossero riusciti a conquistare la capitale; la continua guerriglia fiaccò la resistenza dei nipponici.
Nel 1593 Hideyoshi Toyotomi nominò Ieyasu, insieme ad altri cinque, reggente del figlio e tutti e sei avrebbero regnato in nome di Hideyori Toyotomi nel caso di morte prematura del padre. Morte prematura che in effetti arrivò cinque anni più tardi, nel 1598.
Presto tra i reggenti si crearono due schieramenti: gli anti-Toyotomi, guidati dai Tokugawa, e i fedeli a Hideyori. rappresentati da Ishida Mitsunari. Per i primi anni il conflitto tra questi due gruppi, con i loro rispettivi alleati, ebbe un andamento alterno.
Ed è proprio nell'ambito di questa guerra che si colloca la grande battaglia di Sekigahara che vide combattere ben 160.000 uomini.
La vittoria dello scontro arrise a Ieyasu Tokugawa che, insieme ai clan alleati, distrusse i clan degli Ishida.
Come conseguenza della battaglia Hideyori Toyotomi, dopo essere stato sconfitto, si ritirò con la famiglia nel castello di Osaka mentre Ieyasu Tokugawa poteva ormai fregiarsi del titolo di padrone assoluto del Giappone: era l'anno 1600 d.C. 

Stemma dei Tokugawa Nel 1603 l'imperatore Go-Yozei gli concesse il titolo di shogun e Ieyasu inaugurò una dinastia che avrebbe detenuto lo shogunato per oltre 250 anni.
Dopo solo due anni Ieyasu, a sorpresa, si ritirò lasciando la carica a suo figlio Hideta. La dimissione dalla carica di shogun era comunque solo apparente in quanto Ieyasu continuò a governare, come si dice, da dietro le quinte.
Da adesso fino alla sua morte, nel 1616, Tokugawa _Ieyasu continuò quindi ad esercitare il potere nonostante la carica di shogun fosse ricoperta dal figlio Hideta.
Due sono i fatti principali di questo periodo; la persecuzione e l'espulsione dei cristiani dal Giappone, a favore del confucianesimo, e, in campo militare, l'assedio di Osaka in cui sconfisse le ultime resistenze del clan Toyotomi che si era arroccato nel castello della città .
Per gli stranieri, avere delle basi commerciali in Giappone era sempre più difficile e anche divenne problematico per gli stessi giapponesi uscire dal paese. I cristiani, per sfuggire alle persecuzioni, dovettero emigrare verso altri paesi come, per esempio, le Filippine.
In breve, sotto il periodo Tokugawa, ci fu una chiusura del Giappone verso il mondo esterno che sarebbe terminato solo nel XIX secolo quando le pressioni esterne, per aprire il Giappone al commercio internazionale, divennero troppo forti per potervi resistere.
Dal punto di vista militare, invece, dopo la battaglia di Osaka in cui Ieyasu e il figlio sconfissero Toyotomi Hideyori, si aprì per il Giappone un lungo periodo di pace che sarebbe anch'esso terminato nel XIX secolo.
Quindi con Ieyasu si aprì un periodo di pace, ma anche di isolamento commerciale e culturale. Il centro politico venne spostato ad Edo, l'odierna Tokyo, e venne operato uno stretto controllo sui daimyo e i samurai, la casta dei guerrieri, non essendoci più guerre, si dedicarono ad attività meno bellicose come la filosofia, letteratura e arte.
Nel 1616 Tokugawa Ieyasu, a seguito di una malattia, morì all'età i 73 anni.
Lasciò il paese saldamente nelle mani del suo clan che, come visto, detenne lo shogunato fino al 1867 quando il potere venne restituito alla figura dell'imperatore per quello che è passato alla storia come la "restaurazione Meiji".

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